IL GUSTO E' RELAZIONE E CONSAPEVOLEZZA

giovedì 19 dicembre 2019

TOKAJI AZSU ESZENCIA 1999 DISZNOKO

 Tokaji Azsu Eszencia 1999 - Disznoko
In occasione della serata pre natalizia de Il Sole Nel Vino, abbiamo condiviso ed accompagnato con il panettone, condito con una salsa di arance e fichi secchi caramellati,
il Tokaji Azsu Eszencia di Disznoko 1999.
Esperienza unica; vino che attira subito fin dal colore ramato accattivante, ricordando i binari della ferrovia e lo scandire del tempo della canzone Stand By Me. La sensazione olfattiva ti rapisce per la capacita' di proiettarti all'interno di una biblioteca di libri antichi. Il sorso ti ammalia e avvolge di una dolcezza che va dall'albicocca disidratata al dattero, sostenuta da una acidita' discreta ma persistente ricordandoti che e' Natale. Un concentrato di sensazioni ancestrali e arabeggianti. Vino capace di suscitare sensazioni primordiali.
Felice di aver condiviso con voi queste sensazioni. Del resto il gusto e' relazione ed alcuni vini ce lo ricordano.

CONSAPEVOLEZZA - TERZA LEZIONE CORSO TERZO LIVELLO


Il vino e lo spazio. Il metodo e la relazione












- Podere Cipolla di Denny Bini Levante 90
Sogno di una notte di mezza estate.
Rustica spensieratezza.

- Lo Triolet Petite Arvine
Il diplomatico narcisista.

- Filodivino Diana 2017
Una semplice e schietta compagnia

- Girolamo Russo A Rina 2017
Intrigante, poliedrico, mai banale

- Speri Amarone 1993
Nostalgia.
Ricordi i boeri e quell'odore di caffè al bar dell'Oratorio?

CONSAPEVOLEZZA - SECONDA LEZIONE CORSO TERZO LIVELLO


Il tempo relativo del vino.
Come cambia il vino durante la beva. 
Tecniche di approccio.

Vini presentati alla cieca ed incontrati concedendo loro una permanenza nel bicchiere non inferiore a 30 minuti.

- Champagne Cristal 2008 Louis Roederer
Tutto oro e luccica pure. Perlage fine, elegante. La sferzata minerale e una acidità agrumata tagliente sono ben accompagnate da una cremosità avvolgente e da un naso fragrante. La stoffa boise', contiene un'anima minerale e di acidità ancora molto vivaci restituendo una trama floreale. Durante la beva si avvertono le due anime di questo champagne ancora in lotta presagendone un futuro radioso per chi avrà la fortuna di tenerlo ancora qualche anno in cantina. Monolitico per evoluzione nel bicchiere.

- Trebbiano 2008 Emidio Pepe
Un centometrista. Con un lampo di luce dorata, parte intenso, persistente, alla frutta gialla, poi bianca, si alternano note floreali di gelsomino e camomilla. Sostenuto da una discreta acidità. Poi alla distanza diventa meno intenso, più amaricante, con sensazioni fresche ma a tratti vegetali, terrose e fume'. In fondo alla beva, dopo 30 minuti, cede il passo.

- Roditis Barrique 2015 Ktima Ligas
Un maratoneta che è solo a metà della gara. Un vino ricco, generoso fin dal colore giallo paglierino intenso tendente al dorato. Le note boise' all'inizio lo caratterizzano molto e sono accompagnate da una leggera nota di smalto che assieme alla vaniglia restituisce una gradevole sensazione di cera d'api. Sapido, con frutta bianca in sottofondo. Le sensazioni floreali di una freschezza mediterranea ed una maggiore sapidità, si fanno largo mano a mano che la vaniglia cede il passo. Saputo aspettare nel bicchiere restituisce una freschezza iodata e mediterranea con sbuffi torbati intriganti. Sicuramente aspettato in cantina si farà ancora più grande e compirà la sua maratona da campione. Dinamico nella sua seppur lenta evoluzione nel bicchiere.

- Canaiolo 2016 Podere Casaccia
Scapigliato e scontroso all'inizio come Gian Burrasca. Rustico. Ma saputo attendere, cogliendone i lati migliori, a metà della lunga durata nel bicchiere, concede una ciliegia, una speziatura amaricante, una acidità non spigolosa , che ne costruiscono una ossatura succulenta. Chiude corto, anche se non cede il passo ad una lunga permanenza nel bicchiere.

- Vigna Regina Riserva 1999 Ar.Pe.Pe. Osservandolo restituisce un colore mattonato poco rassicurante. Ma l'abito non fa il monaco. Vino reso ossuto e austero da un tannino ormai integrato. Lasciandolo lavorare nel bicchiere lungo tutta la lunga beva, è capace di restituire una fine complessità tutta giocata su ritorni floreali e di erbe fini di montagna, genziana, con gradevoli inserzioni terziarie di cuoio, fiori passi, liquirizia di legno. Sei catapultato immediatamente nei prati montani e nei boschi di alta montagna della Valtellina.
Uno sviluppo nel bicchiere durante la beva, veramente notevole.

#ilsolenelvino #wine #CorsiVino

CONSAPEVOLEZZA - PRIMA LEZIONE CORSO TERZO LIVELLO




Il vino e il tempo. Tecniche comparative e di approccio ai vini d'annata.

- William Fevre Chabils Premier Cru Vaillons 2007
Hei, tu nel 2007 dov'eri? Chi eri? Quanto sei cambiato? mentre nasceva questo vino che dopo 12 anni ha raggiunto una piacevolezza data da un equilibrio compiuto tra le componenti sapide, una acidità che dona freschezza, note minerali e la burrosita' dello Chardonnay. Bello dritto non concede nulla alla frutta gialla apprezzabile in gioventù, anche se tutto ciò che ha da dire te lo dice ora o mai più.

- Poggio di Sotto Rosso di Montalcino 2016
- Poggio di Sotto Rosso di Montalcino 2006
Un confronto generazionale didattico.
2016. La sfrontatezza e gioventù di un sincero sangiovese grosso urlata attraverso le spigolature tanniche e di acidità condite da un frutto rosso quasi dissetante, ci attraversa velocemente con la dinamicità di un giovane atleta in forma. Vino da afferrare al volo.
Il 2006 con 10 anni di esperienza, il cui passo si fa più lento ma sicuro, infonde maturità. È più facile tenergli il passo, ma allo stesso tempo richiede più attenzione perché i suoi contenuti si fanno più complessi ed una speziatura di alloro come fosse un Brunello lo impreziosisce. L'equilibrio di tutte le componenti di un sangiovese grosso è esemplare. Iniziano ad intravedersi alcune rughe di vecchiaia che si scolpiscono in un colore più evoluto e nei terziari di sottobosco e cacao. Da cogliere ora.

- Biondi Santi Brunello di Montalcino 2000
Qui ti devi proprio fermare, avere pazienza ed accompagnare questo vino durante la sua vecchiaia ormai vicino all'apice, complice l'annata.
Vino evoluto, sia nel colore che al naso, ma il tocco palatale è saggio. Ormai le rughe hanno spazzato via il frutto della gioventù lasciando una speziatura residua, ossuta, con una sensazione sul finale di caramella al rabarbaro che mi ricorda le visite che facevo alla nonna quando ero bambino. Anche solo per questa sensazione ne è valsa la pena incontrarlo.

- Chateau de Chambrun Bordeaux 2000
La sensazione è quella di incontrare dopo parecchio tempo una persona in la' con gli anni e riscoprirla ancora con una tempra giovane sia nel fisico che nello spirito.
Bel colore rubino intenso scuro, unghia corta. Tradisce gli anni solo da una leggerissima opacità che inizia a fare capolino e da una iniziale stratificazione del colore.
Naso da frutta nera e goudron. Bocca corrispondente con esaltazione di note di liquirizia e fume'. Un incontro arricchente da lunga conversazione affrontando i temi più disparati. Più trascorri con lui il tempo e più il sorso regala nuove sfumature pur mantenendosi uguale a se stesso. Un vino che nei successivi ulteriori 10 anni regalerà una ancor maggiore complessità.

- Ca' dei Gancia nei Cannubi Barolo 1989
Finiscono i ruggenti anni 80 ed iniziano gli anni 90 quando nasce questo vino. Quante cose sono cambiate noi compresi.
Un Barolo non particolarmente complesso, il cui incontro è stato giusto cogliere ora. La sua espressività consiste nella ossuta caducità di ogni elemento visivo, olfattivo, gustativo. Un vino ermetico, autunnale. Mutuando da Ungaretti, con lui "si sta come d'autunno sugli alberi le foglie". La sensazione di incertezza che si fa largo è quella data dai fiori passi e da un retrogusto di umami, sorretta comunque da una morbidezza alcolica ancora ben presente e da una fresca speziatura di erbe di montagna.

- Pacherof Sylvaner 2007
12 anni e non sentirli. Un bianco d'annata prorompente per alcolicita' elevata ed erbe officinali che ne rinfrescano il sorso. Il tutto sorretto da una buona spalla acida.
Accostato ad un pecorino molto stagionato e miele è come il bacio nella rappresentazione di Gustav Klimt.

#ilsolenelvino #vino #wineblogger #corsi

DAUVISSAT CHABLIS PREMIER CRU SECHET 2007


Chablis Premier Cru 2007 di Dauvissat
Sono in montagna da alcuni giorni ed avevo proprio la necessità di sensazioni saline, fossili e minerali.
Oro nel bicchiere, la sensazione di pesca che ho sempre avvertito in questo cru lascia il passo volentieri ad un avvolgente burro d'alpeggio accompagnato da una mineralita' rilanciata da una acidità agrumata. Chiude salino. Un vino di dettaglio e verticale, il più austero dei Premier cru di Dauvissat.

GEORGE BREUER RIESLING AUSLESE 2006


Rielsing Auslese 2006, George Breuer, Rheingau
Ma che bella bevuta, una della migliori di quest'anno. Giallo paglierino. Attacco olfattivo con una leggera nota di idrocarburi che lascia subito spazio ad una distesa floreale. Al palato bergamotto, cedro pesca gialla. Chiude minerale, con una bella sensazione sapida ed una acidità ben bilanciata. Lunghissimo.
Degna chiusura del pranzo odierno.

MASTERCLASS PINOT NERO DI BORGOGNA FOCUS ANNATA 2008

 - Volnay Premier Cru Les Champans 2008 Domaine Joseph Voillot
Esordisce con un rubino chiaro e luminoso con riflessi amaranto.
Il naso porta subito a sensazioni di lampone, ribes e accenni di pepe bianco. Le note floreali sono in secondo piano. Il palato è corrispondente, lento nell'affermarsi a centro bocca, ma chiude con una buona acidità, sapidità e succulenza allungandone la beva che risulta molto piacevole. Tutte le sensazioni riportano ad un vino fine ed elegante.

- Chambolle Musigny Premier Cru Les Charmes 2008 Domaine Amiot Servelle (regime biologico)
Colore rubino chiaro con incursioni porpora. Naso inizialmente contaminato da una leggera sensazione di non pulizia, ma che se ne va nel giro di poco. Le sensazioni olfattive sono quelle del lampone e mirtillo, corroborate da una leggera speziatura quasi balsamica assieme a fini note di incenso. Il palato è corrispondente, arricchito da una buona acidità. Chiude lungo, sapido, lasciando per molto tempo in bocca tutte le sensazioni intatte. Vino abbastanza elegante, carnoso ed espressivo.

- Morey St Denis Premier Cru Cuvee Ranaissance 2015 Domaine Tortochot (regime biodinamico)
Qui abbiamo un colore rubino un po' più intenso. L'esordio al naso caratterizzato da decisi frutti di bosco e rossi molto in evidenza. L'acidità è ben bilanciata dalla morbidezza del frutto. Si avvertono note speziate e floreali ancora molto nascoste. Abbiamo un minor dettaglio rispetto ai precedenti, vuoi per l'annata ricca e ancora giovane, vuoi per un territorio di vini eleganti ma anche un po' più potenti. Promettente.

- Charmes Chambertin Grand Cru 2008 Domaine Arlaud (regime biodinamico)
Colore del pinot nero da manuale.
L'incontro al naso è con sentori di frutti di bosco, cassis, mora, mirtillo ed un ricordo di spezie dolci. Il palato è corrispondente dove subentra la piacevole sensazione tipica del lampone fresco. Vino di buon corpo con tannini presenti e ben integrati. Chiude con un'ottima lunghezza dove si apprezza maggiormente una buona acidità e mineralita' che si contrappongono a note evolute di spezie orientali. Ottimo Grand Cru.

- Gevrey Chambertin Premier Cru Lavaux St Jacques 2006 Domain Harmand Geoffroy
Colore rubino intenso. Vino che ha avuto bisogno di alcune ore dalla apertura per esprimersi al meglio.
Abbiamo voluto cogliere comunque tutte le sue sfumature fin dall'inizio.
Parte austero, animale, ferroso, per poi sgranchirsi e concedere la parte più intima di sé pur non rinunciando al proprio carattere. Vengono fuori in aggiunta i frutti rossi, una trama floreale gradevole e qualche sensazione accennata di spezia dolce. Buono il bilanciamento tra acidità, tannino e frutto. Austero, di carattere, senza rinunciare alla propria identità di Pinot Nero.

#ilsolenelvino #MasterClass #Borgogna #PinotNero

giovedì 6 giugno 2019

VERTICALE MONTEVERTINE PERGOLE TORTE

Le verticali de Il Sole nel Vino

Non chiamatelo Chianti, è il sangiovese di Radda in una delle sue massime espressioni per veracità e sensibilità territoriale, è il Pergole Torte dell'azienda Montevertine in Radda in Chianti.
Si parte da una elegante 2007 che esprime il frutto di una nobile ciliegia ed allena il palato nascondendo ancora l'anima tannica e la speziatura fresca del sangiovese.
Piccola sosta con la 2008, bottiglia fallata.
Arriva la 2009, ancora giovane, che accompagna il frutto con una nota tannica ed una freschezza quasi balsamica, vino piacevole, lungo, che induce alla beva.
Ora è il turno della 2006, golosa ed anche in stato di grazia. Si avvertono tutte le sfumature, dal frutto, sottobosco, per continuare attraverso un tannino ben presente ma integrato ed una acidità ancora scalpitante che introduce una freschezza da erbe aromatiche.
Lungo e succulento.
Infine la 2004, annata più "debole" rispetto alle altre. È un vino che gioca ad assemblare in un equilibrio perfetto tutte le proprie caratteristiche e proprio per questo pradossalmente meno espressivo ma di gradevole beva e di buona sapidità.


Montevertine, verticale Pergole Torte annate: 2009, 2008, 2007, 2006, 2004



martedì 23 aprile 2019

VINI DI PASQUA - LA CANTINA DELLA CASA IN MONTAGNA

Questi due giorni di Pasqua e Pasquetta sono stati anche l'occasione per incontrare bottiglie lasciate tempo or sono nella cantina della casa in montagna, luogo pieno di ricordi di infanzia che ritempra sempre anima e corpo.

Chianti classico 2006 Monteraponi

Il colore rubino ancora vivo fa ben sperare. Parte in sordina, quasi spento, pare voglia dirci di lasciarlo in pace, ma perché mi avete disturbato? Non insistiamo e lo lasciamo lì in disparte, rispettando il suo umore. Dopo una bella oretta lo riavviciniamo e sembra rinato, ora si che ha ritrovato la gioia di esprimersi e con tanto di dettagli e quindi lo accostiamo volentieri alle lasagne ed all'arrosto che stanno per arrivare.
Parte con una bella ciliegia con incursioni di ribes, poi una leggera speziatura di alloro e menta ed in chiusura un tocco di intrigante cioccolato bianco. Terziari tipo foglie bagnate e cuoio appena accennati. Beva fresca, succulenta con una trama tannica ormai integrata.







Kerner 2007 Kofererhof

Ottimo compagno durante la classica pausa formaggi e miele, che anticipa sempre il dolce.
Illumina il bicchiere di un giallo paglierino carico, dorato. Il suo carattere altoatesino, trapuntato da un insieme sfaccettato e complesso di erbe aromatiche, presenti anche se non invadenti, assecondate da una buona sapidità e mineralita', è arrotondato da un lieve ma persistente miele di acacia che gli dona un ottimo equilibrio. L'importante presenza alcolica non è fastidiosa ed accompagna bene una beva che non stanca, predisponendo l'animo alla fase successiva del dessert.



MASTERCLASS RIESLING MOSELLA

Masterclass Riesling della Mosella targata Il Sole nel Vino con focus annata 2009.

Grazie a tutti per la interessata ed attenta partecipazione.


L'UOMO CHE SUSSURRA AL VINO - PIERRE FRICK

L'uomo che sussurra al vino

Un felice incontro ieri sera quello con Pierre Frick presso Ciz Cantina e Cucina (http://www.cizcantinaecucina.it) a Milano.
I suoi vini, oltre a portare con se la genuinità di un territorio bellissimo come l'Alsazia, sanno accompagnare il cibo e chi li beve, mettendosi di lato con discrezione e rispetto, sicuri che chi li saprà ascoltare potrà coglierne la sincerità, la fragranza, la freschezza, la longevità comunicativa attraverso il loro linguaggio fatto di frutta bianca, fieno, acidità, mineralita', sapidità, florealita', speziatura lievemente piccante. Proprio come Pierre, uomo vero, sincero, che custodisce le vigne ed accompagna il suo vino fino a noi, spiegandoci come é nato, come andrebbe accolto ed infine chiedendoci semplicemente se ci è piaciuto.




I Vini:
Alsace aoc cremant 2016
Alsace aoc Sylvaner Bergweingarten 2014 Alsace aoc Riesling Grand Cru Vorbourg 2014 Pinot Gris 2010 Vendage Tardive

PINOT GRIS 2016 - ORANGE WINE SLOVACCHIA

Quando incontro un "orange wine", dinamico, poliedrico, evocativo, consegnato al mondo, quasi liberandosene, da una terra, una storia, un microclima ed una cultura umana rispettosa delle proprie radici e del proprio territorio, lo avvicino sempre in un bicchiere senza stelo perché mi accorgo che il nostro compito non è quello di giudicarlo ma con-prenderlo, realizzandone il gusto come risultato di una intima relazione continuamente cangiante. Così divento fiore di campo, poi un po' ruvido come il tannino delle bucce, forte come l'alcol dell'uva sotto spirito, a tratti mi riscopro sapido, poi mi ammorbisco come una albicocca disidratata ed un tabacco dolce da pipa fumata davanti ad un camino acceso confortato dalle inebrianti essenze fume' .

Il suo passato: Pinot Grigio Slovacco, da terreni vulcanici. Annata 2016. Non pressato, fermentazione spontanea, macerazione a contatto con le bucce, affinamento 6 mesi in botti piccole usate. Azienda Pivnica Kajkov.

venerdì 1 febbraio 2019

VINI DEL RICORDO E DEI VIAGGI ... A VOLTE RITORNANO

Il bello delle lezioni de Il sole nel vino - Wine&Foodie blog è quello che succede dopo, per chi ha la curiosità di rimanere.
Dalla cantina, incontri inattesi legati a due viaggi di ormai 10 anni fa.

- Outis 2005 di Biondi
Quando un vino dopo 13 anni ha ancora qualcosa da dire é importante attendere ed ascoltare. Il racconto ci parla di un sottobosco che man mano si dirada a favore di uno scenario più montano fatto di erbe e radici. La grafite, tipica della lavagna, stimola ricordi scolastici e si associa al profumo dei fiori passi messi come segnalibro nelle pagine consumate dalla fatica dello studio. L' odore di un fuoco spento ci riporta improvvisamente davanti al cratere fumante del vulcano. Hei, ma questo sapore di After Height ? Me ne dai un altro ?
 

- Gewurztraminer 2006 S. Dona
La tranquillità di un viaggio nordico in house boat sul Danubio coccolati da un distillato di pera e salvia si trasforma man mano in una festa dalle calde sensazioni tropicali e speziate.


CHEF FULVIO PIERANGELINI

" ...Per me cucinare è un atto sociale. Le scelte di un cuoco, seppur in maniera microscopica, possono incidere contro l’omologazione del gusto, tutelare la biodiversità e opporsi al potere di una filiera basata su interessi economici non virtuosi. ... "
" ... noi cuochi siamo gli unici artigiani che entrano dentro le persone con il loro lavoro. Abbiamo una responsabilità, una sensibilità... "

Intervista molto interessante di Alessandra Monte sul Corriere , da leggere fino in fondo.


Fulvio Pierangelini: «La cucina di oggi? Arrogante. E i talent in tv sono immorali»

FLEUR DE SAVAGNIN 2016 LABET

Ogni volta che incontro questo vino non posso fare a meno di ascriverlo ad una razza di ribelli che si rifiutano di essere confinati in una dimensionalità. (Liberamente tratto dal libro Flatlandia di E. Habbot)
Annata che si fa mezzo e lo toglie dalla sua zona di confort fatta di burrosita', frutto giallo, leggere tostature e sapidità, per mostrarne una nuova dimensione, fatta di polvere da sparo, gelsomino, zenzero, cedro e note agrumate, che si aggiunge e lo arricchisce.

Fleur de Savagnin "en chalasse" 2016 di Labet

BUON 2019

BUON ANNO A TUTTI

BARON UGO RISERVA 2007 - CHIANTI CLASSICO AZIENDA MONTERAPONI

In taverna dopo il classico sorbetto, al banchetto natalizio famigliare arrivano le portate forti. Arrosto di vitello e di coniglio accarezzati da questo Chianti Classico. La compagnia di questo vino scalda i cuori come il camino in una serata dove fuori nevica e l'atmosfera di Natale prende corpo anche in questa giornata quasi primaverile. Attacco di ciliegia matura avvolta da cioccolato interrotta da una bella speziatura di alloro su base di humus e muschio. Le note terziarie di pelle, cuoio e tabacco dolce riportano indietro le lancette del tempo. La beva lunghissima è corrispondente con un tannino morbido avvolgente ed una succulenza da record sorretta da una corretta acidità.

Chianti Classico Baron Ugo riserva 2007 Azienda Monteraponi

CHABLIS GRAND CRU LES CLOS 2005 DAUVISSAT E NON SOLO


Cena pre-natalizia del corso di secondo livello targato Il Sole nel Vino.
Condividere un brandello del proprio tempo attorno ad una tavola uniti dalla comune passione per il buon cibo ed il buon vino regala sempre belle emozioni.
Una di queste è scaturita dalla perfetta sintonia dello Chablis Grand Cru Les Clos 2005 di Dauvissat con i tagliolini al tartufo bianco.
Il burro di alpeggio e la trama larga, morbida, di questo chardonnay sono stati il legame tattile, mentre la mineralita' e la ormai sussurrata acidità in combinazione con le note evolutive e terziarie hanno condotto un inaspettato quanto piacevole dialogo con la fragranza del tartufo.

Altri vini.
- Revolution 2012 Va del Vent: Materico
- Fleur de Savagnin 2015 Domaine de la Tournelle. Sosta Jurassica
- Barolo Lazzarito riserva 2008 di Ettore Germano Serralunga. Ancora giovanissimo,austero a tratti orientale.
- Ultimi Raggi 2005 Ar.pe.pe. Maturità, pienezza ed aria di montagna.
- Albana da uve surmature Cantina San Biagio Vecchio. Sauternes made in Italy
- Walfer Goldgruber Riesling Auslese 2009 Weingut Vollenweider. Semplice ma mai banale.


ORANGE WINE 2018 - CASTELLO DI AGAZZANO

Orange Wine 2019 presso il Castello di Agazzano.
Incontri scoperte e magie.

La capacità di saper vedere oltre i resti di un piccolo vecchio vigneto incolto, il coraggio di un cuore giovane e fiducioso, la sensibilità di mettere a contatto le pelli del Trebbiano e della Malvasia, il recupero della storia del vino attraverso le otri di terracotta, la saggezza di un approccio "naturale", restituiscono un vino integrale, materico, che è qualcosa di più del semplice connubio organolettico dei due varietali. Quel qualcosa di più che vi invitiamo a scoprire e che si compie solo attraverso l'incontro con questo vino.
Lucignolo 2017 Podere San Biagio





Denis Montanar - L'Alchimista.
Vino naturale, istruzioni per l'uso.

"La teoria dei quanti rivela un'unicità di base dell'universo. Mostra che non possiamo scomporre il mondo in unità piccolissime dall'esistenza autonoma. Via via che si penetra nella Materia, la natura non ci mostra nessun 'fondamento di edificio' isolato, ma appare piuttosto come una rete complicata di relazioni fra le varie parti del tutto. Il ruolo che l'osservatore riveste in queste relazioni è sempre e necessariamente essenziale. L'osservatore umano costituisce sempre l'anello finale della catena dei processi di osservazione, e le proprietà di qualunque oggetto costituito da atomi possono essere comprese solo in termini di 'interazioni dell'oggetto con l'osservatore'. Questo significa che l'idea classica di descrizione obiettiva della natura non è più valida [...]. Nella fisica atomica, non si può mai parlare della natura, senza parlare, allo stesso tempo, di noi stessi."
( Il Tao della Fisica, di Fritjof Capra )