IL GUSTO E' RELAZIONE E CONSAPEVOLEZZA

domenica 5 luglio 2015

BORGOGNA 2006


Di tutte le degustazioni guidate targate  Il Sole nel Vino, questa è stata forse la meno appagante dal punto di vista edonistico, ma sicuramente  la più intima e la più sentita.
Si è svolta in due batterie, distribuita su giornate differenti, per un pubblico selezionato e curioso di conoscere meglio la Borgogna.
Ogni batteria è stata introdotta da una spiegazione della storia vitivinicola della Borgogna, seguita da un percorso che portasse dal territorio al concetto di “terroir” per concludersi con alcuni contenuti inerenti alle Apellations e lettura dell'etichetta, il tutto sottolineato da immagini prese direttamente dalla esperienza sul posto.
Il focus è stato quello di voler affrontare il magico, cangiante e a volte scorbutico Pinot Nero di Borgogna attraverso differenti Climat per un'annata, la 2006, definita debole ma per alcuni versi da rivalutare.


Prima batteria, prima giornata
Seconda batteria, seconda giornata
Domaine Joseph Voillot
Pommard Les Epenots 1er Cru 2006
Philippe Pacalet
Pommard Village 2006
Philippe Pacalet
Chambolle Musigny 1er Cru 2006
Frederic Mugnier
Nuits Saint Georges Clos de la Marechal 1er Cru
Meo Camuzet
Chambolle Musigny 1er Cru Les Cras 2006                      
Harmand Geoffroy
Gevrey Chambertin Les Champaux 1er Cru 2006
Domain Prieure Roch
Nuits 1er Cru Vieilles Vignes 2006                     
Domaine Pierre Amiot
Clos de la Roche Grand Cru 2006
Harmand Geoffroy
Grand Cru Mazis Chambertin 2006                          
Charlopin
Chambertin Grand Cru 2006

Domaine Joseph Voillot
La zona è quella della Cote  de Beaune. 10 ettari di vigne sparse tra i territori di Volnay (Crus: Les Caillerets, Les Champans, Les Fremiets ), Pommard (Crus: Les Rugiens, Les Epenots, Les Pezerolles, Clos Micault ), Mersault (Crus: Chevalieres, Les Cras) e  Beaune (Crus: Coucheriats).           
Azienda condotta da Jean Baptiste Voillot a fine Ottocento, passa poi nelle mani del figlio Marius e successivamente del nipote Joseph che negli anni ’50 inizia a vinificare in proprio. Dal 1995 al timone c’è il genero ed enologo  Jean Pierre Charlot.  La conduzione delle vigne avviene attraverso i dettami della “Lotta Ragionata”. L’uva viene sempre diraspata, breve macerazione, nessun inoculo di lieviti, ostilità verso ogni forma di intervento enologico, bassa percentuale di legni nuovi.
 
Pommard Les Epenots 1er Cru                                                               Giudizio: Essenziale

Pommard presenta terreni argillosi e ferrosi da cui provengono vini austeri e lenti a a concedersi. Les Epenots beneficia del cono di deiezione la Combe in termini di presenza di sassi, ciotoli ,  detriti e sabbia che danno maggior finezza ai vini.
Vino pienamente aderente al varietale ed al territorio di provenienza. Presenta ancora qualche durezza in termini di acidità che tuttavia non maschera la finezza del frutto, che è esemplare nella sua semplicità.



Philippe Pacalet
Oltre 10 ettari di vigne sparse tra i territori della Cote de Nuits (Crus: Chambolle Musigny, Charmes Chambertin, Echezeaux, Geverey Chambertin (Bel Air, Lavaux Saint. Jacques, La Perriere)), Cote de Beaune (Crus: Les Perrieres), e Chablis (Crus: Beauroy)          
Azienda giovane condotta dall’enologo Philippe Pacalet che nel 2001 ha deciso di mettersi in proprio. L’uva viene fatta crescere proteggendo l’ambiente e mantenendo i propri lieviti indigeni autori poi della fermentazione. Vendemmia manuale. La pigiatura viene fatta con i piedi in tini tronco conici di legno e l’uva spesso mantiene i raspi. Macerazione di 3 o 4 settimane, vini sulle fecce senza travasi. Zero So2 aggiunta. Affinamento in legno da 14 a 18 mesi. Nessun filtraggio.
 
Chambolle Musigny 1er Cru 2006                                  Giudizio:  Elegante
Chambolle Musigny presenta terreni  prevalentemente rocciosi e calcarei da cui provengono vini eleganti, femminei, poco strutturati. I due Climat che compongono questo Village sono Les Combottes e Derriere le Four.
Presenta ancora spigolosità e durezze legate alla presenza dei raspi e ad una acidità un pò eccessiva con incursioni di cipria e balsamiche. Si mantiene comunque aderente al territorio di provenienza sfoderando una notevole eleganza nel frutto. 

Pommard Village 2006       Giudizio:  Dancing on the edge
Pommard presenta terreni argillosi e ferrosi da cui provengono vini austeri e lenti a a concedersi.
Vino immediato, potente, con note principali di fruttini rossi e mirtillo, iodato. Ancora alla ricerca di un equilibrio con le componenti dure date dalla mineralità e acidità.





Meo Camuzet
Qui siamo a  Vosne-Romanee e Clos de Vougeot (Grand Crus: Clos de Vougeot, Richebourg, Echezeaux, ...), con incursioni  a Chambolle Musigny  e Nuits Saint Georges per i cru minori. Per un totale di 14 ettari.       
I Camuzet iniziano solo nel 1985 ad imbottilgiare i propri vini con l’aiuto determinante di Henri Jayer, ma i terreni sono stati assicurati alla famiglia fin dai primi decenni del ‘900.   La vinificazione segue dettami piuttosto moderni. Il controllo della temperatura durante la fermentazione è ritenuto essenziale, sia durante la fase di macerazione a freddo (3/5 giorni), sia durante la fermentazione (2/3 settimane). Pochissima solforosa aggiunta.  Affinamento in legno di rovere anche nuovo ed in percentuali alte. I vini hanno bisogno di tempo per esprimersi al meglio.

Chambolle Musigny 1er Cru Les Cras 2006                      Giudizio: Moderno
Chambolle Musigny presenta terreni  prevalentemente rocciosi e calcarei da cui provengono vini eleganti, femminei, poco strutturati. Per questo Cru azienda ha le viti più giovani. Il terreno di questo cru si presenta privo di roccia ma fortemente calcareo.
Vino fatto bene, senza sbavature. L’approccio moderno e le incursioni vanigliate del legno in combinazione con vigne giovani non fanno emergere come meriterebbero le doti di eleganza  e raffinatezza dei fruttini che i terreni di Chambolle Musigny sanno offrire.


Domain Prieure Roch
La zona è quella della Cote  de Nuits. 11 ettari di vigne divise tra i territori di Nuits Saint Georges (Crus: Clos des Corvees), Vosne-Romanee e Clos de Vougeot  (Crus: Les Suchots, La Goillotte, La Colombiere), Geverey Chambertin (Crus: Clos de Beze).           
Henry Frederic Roch, proveniente da una nobile tradizione famigliare per la viticoltura in Borgogna, inizia la sua personale avventura nel mondo vitvinicolo solo nel 1988, fondando l’omonima azienda. I valori sono quelli di una viticoltura e vinificazione improntate verso il rispetto dell’uomo, dell’ambiente e tratte dalla storia. La vinificazione avviene seguendo le tecniche più antiche e tradizionali della Borgogna. Raspi, pigiatura con i piedi e lunghi affinamenti.
Nuits 1er Cru Vieilles Vignes 2006                                Giudizio: Ancestrale
Il Clos des Corvees a Nuits Saint Georges presenta un terreno in prevalenza calcareo ed esposto ad est. Vieilles Vignes significa uva proveniente dalle vigne più vecchie (70 anni).
La finezza e l’acidità sono accompagnate da una componente più muscolosa e concentrata ben bilanciata da una buona ossatura e da tannini maturi. L’esperienza degustativa è poliedrica e rievoca a tratti sensazioni ancestrali.



Harmand Geoffroy
La zona è quella di Geverey Chambertin ed i suoi 9 ettari sono composti da vigneti che non superano l’ettaro e tutti della zona di Geverey Chambertin. ( Crus: Mazis Chambertin, Le Champeaux, La Bossiere, La Perriere, ... ).
Azienda a conduzione famigliare. Approccio molto tradizionale alla vinificazione. Diraspatura, macerazione a freddo per 5 giorni, fermentazione con macerazioni di 15/21 giorni. Molta attenzione alle estrazioni, utilizzo di legno giovane fino al 50% nei Grand Cru. Impostazione che valorizza le caratteristiche maggiormente argillose e ferrose del terroir di appartenenza. I vini necessitano di molta ereazione prima di essere fruiti. Rappresentano la Borgogna più austera.

Gevrey Chambertin Les Champaux 1er Cru 2006                  Giudizio: N/A
les Chanpaux è una zona di circa 7 ettari ed è caratterizzata da un terreno roccioso e sassosi spesso rotto e quindi diviso in terrazze. Il microclima è più fresco ed i vini, sebbene siano abbastanza significativi, non hanno una adeguata definizione e finezza.
Vino troppo disturbato igenicamente fin dall’apertura. Purtroppo non siamo riusciti ad apprezzarne le caratteristiche.
 
Grand Cru Mazis Chambertin 2006      Giudizio: Animale
Il Grand Cru Mazis Chambertin, esposto ad est, è costituito da un terreno con prevalenza di rocce calcaree, argilla e detriti. Assieme all’altro Grand  Cru Close de Beze presenta vini potenti e longevi, con tannini in evidenza. Se invecchiato può arivare a coniugare forza e delicatezza facendo emergere aspetti fruttati e floreali coniugati con terziarizzazioni su note di cuoio e tartufo.
Il vino ha bisogno di alcune ore dall’apertura per assestarsi. Sa esprimere tutta la forza di un Grand Cru di Geverey con una trama matura e ricca di frutti rossi, accompagnata da una spiccata terziarizzazione floreale aggredita forse un pò troppo da sensazioni animali che gli conferiscono un carattere rustico.

Frederic Mugnier
Azienda fondata nel 1863 da Fredric Mugnier, si estendeva su circa 20 ettari a Chambolle Musigny e Nuits Saint Georges. Nel 1950 Jacques Fredric Mugnier, a causa delle ristrettezze economiche date dalla guerra, concede in affitto i terreni per poi riprenderne la gestione diretta della sola parte di  Chambolle Musigny nel 1978. Infine il figlio di Jacques Fredric Mugnier nel 1985  riprende in mano completamente l’azienda. Nel 2004 gli ettari passano da 4 a 14 con l’acquisizione e la lavorazione di Clos de la Marechal.
L’approccio in vigna è dettato dal massimo rispetto per la natura cercando di portare in cantina l’uva a piena maturazione e più sana possibile. 
Nuits Saint Georges Clos de la Marechal 1er Cru 2006    Giudizio: Delicato
Questo Monopole di 9 ettari è il più grande Monopole della Cote D’Or. Le vigne hanno un’età media di 45 anni. Il suolo si immerge a sud verso la fine della Cote de Nuit e riaffiora a Montrachet e caratterizza i vini per resistenza e longevità.
Nel bicchiere si vede subito che il vino è lontano dalla ricerca a tutti i costi di una maggior estrattività.
Anche al palato si svela meno esuberante, senza una ricerca del tannino a tutti i costi. Il risultato è un vino equilibrato, non spigoloso, che fa della delicatezza la sua forza. Bisogna saperlo ascoltare per coglierne tutte le sfumature.

Domaine Pierre Amiot

Clos de la Roche Grand Cru 2006  Giudizio: Preciso ma banale per un GC
Morey Saint Denis soffre molto il fatto di essere mediaticamente schiacciata da due zone molto popolari. I terreni ereditano le caratteristiche sia di Geverey Chambertin che di Chambolle Musigny ed i produttori sono alla ricerca continua di un compromesso da imporre.
Clos de la Roche ha un suolo sottile e definito bruno-calcareo che fornisce ai vini struttura e mineralità.
Non si esime da queste caratteristiche il vino assaggiato, dove prevale il compitino fatto bene alla ricerca di un equilibrio tra la finezza e la struttura e che penalizza le caratteristiche emozionali di entrambe.

Domaine Philippe Charlopin
Philippe si è fatto da solo, lavorando nel piccolo domaine di famiglia. Senza una laurea in enologia oggi, oltra a lavorare i suoi terreni, è anche consulente presso altre cantine.
Possiede circa 19 ettari tra cui ci sono 7 Grand Cru(Chambertin, Mazis-Chambertin, Bonnes Mares, Echezeaux, Clos St. Denis, Clos de Vougeot, Chermes-Chambertin).

Chambertin Grand Cru 2006                                                                             Giudizio: Pieno
Il terreno è di roccia marnosa ed anche con presenza di fossili.
Lo stile di Philippe che va alla ricerca di vini strutturati, colorati e fruttati, contrariamente alla maggior parte degli altri produttori della zona, si riversa anche in questo suo Chambertin. Manca di poliedricità per essere un Grand cru.