IL GUSTO E' RELAZIONE E CONSAPEVOLEZZA

martedì 18 giugno 2013

VALPOLICELLA - AZIENDA AGRICOLA MONTE DALL'ORA

Arrivati nella Valpolicella classica saliamo lungo questa altura collinare che volge a sud-est verso Verona e veniamo subito rapiti dai vigneti coltivati in questo anfiteatro naturale, coltivato a terrazzamenti sostenuti da muretti a secco detti "marogne". Siamo a Castelrotto, nella Valpolicella storica, luogo di vigneti sicuramente fin dal V secolo, dato il ritrovamento di reperti archeologici che lo dimostrano. Monte dall'Ora è un'azienda agricola gestita da Alessanda e Carlo Venturini nel solco di una tradizione contadina storica.
Alessandra e Carlo hanno abbandonato un lavoro "sicuro" per dedicarsi completamente a questa terra, recuperando il territorio, creando le "marogne", salvaguardando la natura, sicuri di avere tra le mani una terra viva dalla quale trarre soddisfazioni per chi sa vivere della gioia delle piccole cose a contatto con la natura.
Arriviamo quindi presso Monte dall'Ora e veniamo accolti da Alessandra, i suoi tre figli e da Stella, il cane di famiglia. Alessandra è una persona gentile, mite, la cui sensibilità è data dalle piccole cose, come quella di offrirci subito un bel bicchier d'acqua rinfrescante dato il viaggio e la calura ormai estiva della giornata. Ci sentiamo subito a nostro agio e siamo pronti per iniziare la visita, partendo dai vigneti e dalle piantagioni di ulivi e ciliegi.
Mentre scendiamo verso il vigneto Alessandra ci dice che all'inizio della loro attività si sono trovati davanti una terra selvatica, piena di rovi ed alberi, dovuta ad anni di abbandono. La forza di recuperare e salvaguardare questo territorio è scaturita dalla certezza di avere tra le mani una terra vitale, ricca di humus e microrganismi adatta per impiantare anche le vecchie varietà di uve (i.e. Oseleta e Dindarella) dimenticate coltivandole nel rispetto del loro ciclo vitale.
Il patrimonio microbiologico naturale è la vera ricchezza della nostra terra, continua Alessandra, di conseguenza le viti, gli ulivi ed i ciliegi crescono in un giardino naturale dove si è sviluppato un microcosmo fatto di specie vegetali originali, erbe spontanee ed insetti che contribuiscono a rendere equilibrato e vivo il terreno.
Durante il nostro cammino ci incontriamo a tratti anche piante di lavanda. Ci spiega Alessandra, che la presenza di piante aromatiche che attirano con la loro fioritura le api e le semine di cereali durante l'inverno che smuovono ed arieggiano il terreno, svolgono l'importante funzione di creare fioriture lunghe e variegate utili agli insetti e, una volta giunte a maturazione, danno un effetto pacciamante al suolo, garantendo umidità durante l'estate.
Giungiamo finalmente lungo i terrazzamenti, siamo immersi nel vigneto, con la coltivazione della Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara ed Oseleta tutta a pergola veronese.
Alessandra continua la sua spiegazione descrivendoci la favorevole esposizione dei terreni verso sud-est e la benefica ventilazione di cui si avvantaggiano. Il terreno è di tipo calcareo, arenitico con saltuarie incursioni argillose ed ha un buon scheletro. E' un tipo di terreno friabile che drena l'acqua in eccesso, ma che è anche capace di tenere l'umidità necessaria alle radici, che scendendo in profondità e vanno ad estrarre le sostanze minerali utili.
La scelta della pergola veronese è dovuta alla tradizione, ma è anche la soluzione più vantaggiosa per la tipologia dei vitigni, soprattutto per la Corvina che viene così difesa dalla calura estiva. La lotta in vigna è basata sul trattamento delle piante con prodotti naturali senza l'introduzione di pesticidi, diserbanti o concimi chimici. L'unico trattamento in vigna viene effettuato col gluconato di rame e zolfo di miniera. L'applicazione graduale poi, ancora in corso, dei dettami della biodinamica è stata la naturale evoluzione del pensiero che la natura deve trovare il suo proprio equilibrio e le proprie autodifese, garantendo benessere e salute a tutto il microcosmo di cui l'uomo fruisce.
Continuiamo il nostro cammino addentrandoci nella parte della coltivazione dei ciliegi. L'ambiente è molto suggestivo perchè è il periodo della raccolta delle ciliegie e siamo quindi circondati dagli alberi in frutto da cui non disdegnamo servirci per assaggiare questo prelibato frutto. Alla fine di questo percorso incontriamo Carlo e da ora in poi sarà lui la nostra guida.
Risalendo dai terrazzamenti verso la cantina ci spiega che i vini prodotti vengono tutti da questi terrazzamenti, tranne il Valpolicella Superiore che viene da una vigna a parte, sulle colline sopra San Pietro in Cariano, denominata Camporenzo da cui prende il nome il vino.

Giungiamo finalmente alla cantina, luogo dove Carlo inizia la spiegazione dello svolgimento dei lavori post vendemmiali. L'uva conferita è per la maggior parte Corvina, Corvinona e Molinara con inserzioni di Oseleta e Dindarella in percentuali non superiori al 10%.
Le uve destinate al Valpolicella e quelle provenineti dalla vigna Camporenzo del Valpolicella Superiore, vengono vinificate con pressatura soffice e fermentazione spontanea dai lieviti indigeni, in tini di acciaio, della stessa tipologia di quelli che si utilizzano per i vini bianchi. Poi la vinificazione, per il Valpolicella, viene completatata solo in acciaio con un affinamento di 5 mesi, mentre il Superiore fa un periodo di affinamento di 4 mesi in legno di secondo/terzo passaggio ed ulteriore affinamento in bottilglia. Un uso estremamente controllato ed attento della solforosa permette di restare non sopra i 60 mg/l.
Dopo una attenta cernita dell'uva e 4/5 mesi di appassimento nel fruttaio ben areato, durante il mese di Gennaio, la vinificazione dell'Amarone avviene in 10 tini tronco conici di legno da 10hl, per seguire meglio l'andamento delle varie parcelle e per permettere una macerazione lenta e sufficientemente micro ossigenata. L'uva appasita viene conferita in questi tini. Dopo una macerazione a freddo di circa 10 giorni, parte una lenta fermentazione spontanea del mosto pigiato soffice con i piedi, che dura 30 giorni, trattata solo con follature manuali. Segue un affinamento in botte grande di rovere per 48 mesi ed un periodo di 12 mesi in bottiglia. Anche qui un utilizzo attento e parsimonioso della solforosa permette di restare sotto i 50 mg/l.
Il Recioto viene vinificato con criomacerazione e fermentazione spontanea per 20/30 giorni, con il controllo della temperatura e movimentazione della massa. Durante questo periodo si tiene sotto controllo, attraverso degli assaggi e test, il tenore zuccherino e l'alcol. Subisce un affinamento per 12 mesi in piccole botti di rovere ed un periodo in bottiglia di un anno.
Il Ripasso viene ottenuto con l'omologa tecnica, utilizzando il Valpolicella, non sulle vinacce esauste dell'Amarone ma bensì su quelle del Recioto. Più ricche e vitali.

Finalmente giunge il momento di assaggiare i vini, ben accompagnati da affettati misti e formaggi locali. I vini assaggiati posseggono tutti una loro identità, rappresentano fedelmente il terroir di appartenenza e possono essere classificati tra i migliori vini naturali e territoriali della Valpolicella Classica. Rimanendo ben sotto la pericolosa asticella di eccessiva morbidezza e fruttosità al limite dello stucchevole, che caratterizza parecchi vini di questa denominazione, si esprimono, già fin dal colore, su livelli di finezza ed eleganza assoluti.
Saseti 2012 – Valpolicella Classico D.O.C 
Si accomoda nel bicchiere velocemente, riempendolo di un rubino che subito si fa chiaro graduando fino a sfumature rosate, accompagnato da lievi riflessi violacei. Il naso parte leggermente etereo, si caratterizza subito per la piacevole carezza di ciliegia e fruttini ( lampone), già prefigurando una freschezza quasi balsamica al palato che arriva puntuale. L'ingresso è morbido, il tannino si dispone lateralmente rispetto ad un frutto centrale corrispondente col naso. Chiude con un ritorno balsamico ed una buona acidità. Un vino semplice, ma non banale, che ci regala subito una Valpolicella fine, elegante, discreta, non invadente, che ci incuriosisce. E se il buongiorno si vede dal mattino ... ad osare di più. 
Camporenzo 2010 - Valpolicella Classico Superiore D.O.C 
Si caratterizza con un rubino più scuro ma limpido, quiì il colore è meno graduato e l'unghia si disegna più netta portando con sè sfumature violacee. Il naso presenta una ciliegia croccante, con una netta speziatura di chiodi di garofano. Il palato è corrispondente con un tannino asciugante che avvolge la bocca. Mediamente lungo, chiude lasciando la sensazione che il frutto ed il legno debbano ancora trovare il giusto equilibrio. Le uve vengono da un allevamento che è sotto i 10 anni, la strada è quella giusta. Tra un paio di vendemmie mi aspetto che questo equilibrio giunga a compimento. Di prospettiva.
Saustò 2009 - Ripasso
Si presenta con un colore rubino intenso, netto, con un unghia corta tendente al granato. Olfatto sfaccettato, che parte con sentori di uva passa, leggera ciliegia sotto spirito e prugna per poi arrivare fino a sfumature floreali e leggermente balsamiche passando attraverso una sensazione di erba bagnata e una netta grafite. Il palato è all'altezza dell'olfatto. Inizia con una entrata solenne, morbida, alcolica, sostenuta da una buona sapidità e mineralità. La beva è resa ancora più piacevole da una chiusura, potente, fruttata e leggermente verde, rinfrescante, che ne evidenzia una buona acidità. Uno dei migliori Ripasso mai provati. Chapeau ! BEST TASTE
Amarone 2008 Classico della Valpolicella D.O.C (15.5 vol)
Partendo da un rubino scuro, intenso, ma bello limpido, è costruito tutto su una ciliegia sotto spirito ed un alcol che gli regalano una buona morbidezza. A contrasto, non ancora risolto, vi è un tannino da nocciolo di ciliegia ed una componente erbacea, balsamica, rinfrescante. Piacevole la appena accennata sensazione di speziatura pepata. Un amarone giovane che va atteso, ma che in chiusura denota grandissime potenzialità per una evoluzione di sentori terziari in prospettiva giocati sul tabacco, cioccolato e spezie e balsamicità. In evoluzione, da bere tre qualche anno. Troppo giovane. Peccato non essere riusciti ad assaggiarne uno più vecchio.
Stropa 2006 Amarone Classico della Valpolicella D.O.C (16.5 vol)
Questo è un Amarone che viene da uve selezionate di vitigni vecchi di età non inferiore ai 50/70 anni. Il colore è simile a quello dell'Amarone base. Parte con un naso un po' etereo che ne mette in evidenza tutta la portata alcolica. Poi si assesta ed iniziano le danze. Il naso ti rapisce come un ballo che dapprima è lento e poi man mano ti cattura e non vorresti più smettere di ballare. Dall'uva passa, ti porta verso la ciliegia sotto spirito, la prugna, humus, per poi impreziosire il frutto con sentori balsamici, speziati tipo pepe e di liquirizia. Il palato regge magistralmente la danza. La bocca viene avvolta da una entrata densa, morbida, ottimamente sostenuta da una complessità che richiama ad una ad una le sensazioni dell'olfatto. Nonostante i 16.5 vol la bevibilità è garantita da un'ottimo contrasto delle componenti dure del tannino e della sapidità. Pai lunghissima. Chapeau !!!! BEST TASTE
 
Sant'Ulderico 2008 Recioto Classico della Valpolicella D.O.C
Un Recioto che dal colore rubino scuro, intenso, fino all'olfatto caratterizzato da prugna, frutta rossa e di bosco matura si presenta come ben fatto e tradizionale. La differenza la fa il palato, corrispondente ma con una chiusura e lunghezza esemplarmente complessa che non lo rende per niente stucchevole. Attraverso il tannino ed una buona sapidità lascia la bocca asciutta, attraversata da un'ottima Pai. Veramente un bel Recioto.



lunedì 10 giugno 2013

LA PUGLIA DEL VINO A LECCO

Sono stato piacevolmente colpito dall'iniziativa " La Puglia del vino" organizzata dell'Ais di Lecco. Innanzitutto per la location. Il bellissimo Chiostro dell'abazzia di San Calocero di Civate, che merita da solo una visita. Poi anche per l'ottima organizzazione, con gli stand distribuiti lungo i corridoi loggiati, la possibilità di fruire di un sottofondo musicale dal vivo e il potersi accostare alle delizie pugliesi tramite semplici, ma veraci preparazioni grazie al punto degustazione supportato dal Penati Banqueting "I Cucinieri".

I vini dei produttori presenti : Elenco produttori
Unica delusione. L'azienda Tormaresca,doveva essere rappresentata da un'unica bottiglia ma non pervenuta.

Assieme a due focus specifici dei vini di Milleuna e Gianfranco Fino condotti  da Guido Invernizzi, tra l'altro ho avuto il piacere di incontrare di nuovo l'amica Simona presente per l'approfondimento dei suoi vini e di Gianfranco. Di questi focus non parlo perchè sarei di parte data la conoscenza e vicinanza affettiva all'azienda di Gianfranco Fino che fa due spettacolari vini : Es (Primitivo) e Jo (Negroamaro) assolutamente da provare.

La partecipazione a questa rassegna mi è stata propizia per approfondire la conoscenza dei vini Pugliesi, ma soprattutto per conoscere ed avvicinare alcuni vini dei vitigni autoctoni proposti tra i quali:

La Verdeca, dai grappoli verdognoli, di origine Greca, è il vitigno ad uva bianca più diffuso in Puglia. Fornisce vini di una veste giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli. Ha un attacco delicato con un naso leggermente fruttato e con sfumature agrumate. Il palato è dritto, asciutto, sapido, con una tagliente acidità agrumata.
Dei vini presenti, rappresentativi di questo vitigno, ho apprezzato l'abilità dell'azienda Feudi di San Marzano nel proporne una versione (Sud Verdeca Puglia Igp 2012 BEST TASTE) leggermente barricata che arricchisce di complessità la beva e smorza con indiscrezioni mielate le spigolature taglienti di una acidità altrimenti troppo gridata. Di questa azienda segnalo anche il Negramaro (F Negramaro del Salento Igp 2010) e il Primitivo di Manduria  (Sud Primitivo di Manduria 2011 Dop).

Il Fiano Minutolo, oggetto di studi scientifici, è la più importante varietà autoctona a bacca bianca pugliese.
Si presenta con un colore simile a quello della Verdeca ed è dotato anch'esso di una buona base sapida ed una acidità agrumata in evidenza. Lo si riconosce sin dall'olfatto per l'esprimersi delle caratteristiche di avvolgente aromaticità proprie di questa uva. Per questa tipologia vi segnalo il "Tenuta Marini" Fiano Salento Bianco Igt 2012 dell'azienda vitivinicola Francesco Candido.

Il Susumaniello è un vitigno che deve il nome alla caratteristica che nei primi anni di vita tende a caricarsi di grappoli come un somarello. Ho potuto apprezzare questo vino nel bicchiere nella versione in acciaio proposta dalla Casa vinicola Apollonio (Elfo Salento Susumaniello Igp 2011 BEST TASTE). La veste è di un rubino intenso, scuro. Fin dal naso emerge la rusticità di questo vino, che non disdegna di fornire sbuffi vinosi ma composti. Buon frutto ben bilanciato dall'acidità e da un tannino ruvido ma non troppo aggressivo. Chiude con una nota leggermente vegetale.

Ho avuto la possibilità di assaggiare anche la Antica Malvasia dell'azienda Milleuna (Bianco Salento IGT 2008,2007,2006). Lo stile è quello dei vini dello Jura, macerativo e ossidativo. Il risultato mi è parso abbastanza deludente e scostante. La 2008 presentava sentori macerativi marcati al naso e non aveva una bocca corrispondente che ra asciutta, dritta, secca con una acidtaè agrumata prevalente. La 2006 era estremamente ossidata. La 2007 è stata quella più equilibrata, giocata su sentori floreali soprattutto al naso.

Tornando ai vitigni più tradizionali e segnalando una generale delusione per quanto riguarda il Negramaro rosso, quasi tutte espressioni di vini  con un'impronta di stallatico un po' troppo invadente.
Ecco i vini che mi permetto di segnalare, oltre a quelli già evidenziati sopra:

- Cappello di prete  IGT Salerno rosso 2008 (Negramaro 100%) - Azienda vitivinicola Francesco Candido
Bel Negramaro, rustico, varietale.
- Saturnino Salento Igt 2012 Rosato (Negramaro 100%) - Tenute Rubino
Ne ho apprezzato l'equilibrio, fruttini e freschezza.
- Teanum Otre Nero di Troia Igp 2011 - Cantine Teanum BEST TASTE
Vino ben centrato, equilibrato, finemente complesso, lungo.
- Vereto rosso Dop Salice Salentino 2009 (Negramaro 100%) - Agricole Vallone BEST TASTE
Meno rustico di quello di Candido, centrato, esprime un bel varietale, equilibrato a tratti complesso.
- Vigna Flaminio Rosato Dop 2012 (Negramaro 80%, Montepulciano 20%) - Agricole Vallone
Ha come elemento distintivo la rosa sia per texture che per profumo e retrogusto.
- Notarpanaro Salento Rosso Igp 2006 (Negramaro 85%, Malvasia nera 15%) - Azienda Cosimo Taurino BEST TASTE
Pieno, fitto, frutto in buon equilibrio con un tannino asciugante e chiusura amarognola, mediamente complesso.
- Quota 29 Igp Primitivo Salento 2010 (Malvasia nera 100%)  - Cantine Menhir
 Fresco, fruttato, pronto, leggermente vinoso, con chiusura mentolata.
- Centofuochi Dop 2011 Primitivo di Manduria - Cantine Soloperto
Primitivo impreziosito e non offuscato dai toni fumè, cenere, della barrique.
- Elegia Primitivo di Manduria Dop 2010 - Consorzio produttori vini (Taranto) BEST TASTE
Primitivo allo stato puro, gli manca forse un pò di complessità.
- Passito di Moscato Igp dolce 2011 - Cantine Lizzano
Un passito che si concede con una dolcezza accennata esprimendo una complessità attraverso il varietale.

giovedì 6 giugno 2013

MONTE DI GRAZIA

 Il tutto inizia negli anni '90, quando il medico Alfonso Arpino decide di occuparsi dei vigneti di famiglia. La passione per il vino lo porta ad acquistare anche altri terreni, Casina e Vignarella. Quando incontri lui e la moglie, la semplicità, l'amore per i loro vigneti  e la passione per il vino, sono il loro biglietto da visita e non puoi rimanerne indifferente.
I possedimenti sono ubicati in quel di Tramonti, nella "Montiera" amalfitana. Viene definita così quella parte montiva della costiera dove sono ubicati i terreni di questa piccolissima realtà contadina, che vanno da Casa di Mario a 270 metri di altitudine fino ad arrivare a Monte di Grazia a 550 metri e beneficiano così anche di una buona escursione termica. I terreni godono di un'ottima esposizione e risentono, del libeccio, della brezza marina, ma anche del vento proveniente da Nord. La composizione della terra, formatasi nel tempo durante le numerose eruzioni del Vesuvio, comprende la presenza di sabbia, cenere di lapillo ed argilla.

In un contesto così favorevole viene praticata con cura e rispetto la coltivazione di vitigni autoctoni, tipici solo del territorio di Tremonti immerso nel parco dei Monti Lattari, come il Tintore, Piedirosso, Pepella dagli acini piccoli come grani di pepe, Ginestra con i suoi riflessi verdognoli e Bianca Tenera dalla buccia delicata. In vigna viene utilizzato solo letame di stalla per la concimazione, verderame e zolfo per combattere la peronospora e l'oidio.
L'utilizzo di questi metodi antichi assicura la spravivenza delle piante, che per le vigne di Madonna del Carmine e Vignarella, sono a piede franco, di notevole dimensione e pluricentenarie.
Queste vigne che si riproducono per propaggine, sono allevate a  raggera atipica. Pali di castagno, decorticati a mano ad inizio primavera e fatti stagionare almeno un anno, bruciati alla testa per circa mezzo metro, sostengono i tralci delle viti, alcuni di grande diametro, lunghi e pesanti, il palo tutore tiene legato con un ramo di salice più ceppi di viti.

Rispetto ad una superficie vitata di circa di 3 ettari, vengono prodotte poco meno di 7000 bottiglie con una resa per ettaro che non supera i 40 quintali, data anche dalle caratteristiche del Tintore e della Pepella.

MONTE DI GRAZIA ROSSO 2009
Il Tintore è un'uva a grappolo spargolo, ricca di antociani e viene vendemmiata tardivamente. La bottiglia provata è dell'annata 2009. Ha fatto pochissimo legno e poi un anno di bottiglia. La veste appare di un rubino scuro, cupo, gradualmente riflessato. Il naso, leggermente stallatico, si caratterizza con sentori di confettura di frutta nera e ciliegia con sbuffi laccati e di pepe nero. Il palato è corrispondente, l'attacco è morbido con un tannino laterale non invasivo ma presente, il tutto sostenuto da una discreta acidità, anche se l'alcol non disdegna di farsi sentire. Chiude con un ricordo ematico e terroso.