IL GUSTO E' RELAZIONE E CONSAPEVOLEZZA

lunedì 20 aprile 2020

CHAMPAGNE BARRAT-MASSON

Champagne Barrat-Masson, lo champagne contadino che sa stare a tavola con la nobiltà.

Uno Champagne "naturale", eclettico, a tutto pasto. Un bel colore giallo paglierino dorato conquista subito la vista. Parte vinoso, con un sorso pieno di frutta bianca matura, accompagnato da una bella freschezza, sapidità e mineralità, per chiudere leggermente amarognolo.
Scaldandosi resiste e si comporta da vino bianco amabile accompagnando bene anche le portate secondarie.
Il risotto al radicchio profumumato al tartufo e le scaloppine con radicchio, in salsa di taleggio, zenzero e pepe bianco, lo assecondano esaltandone la versatilità. Ottimo anche con la nostrana polenta oncia o con il pesce di lago grasso del lago di Como.

ROSSO DI MONTALCINO 2006 POGGIO DI SOTTO

Risso di Montalcino 2006 Poggio di Sotto.

Palmucci rules. Il sangiovese grosso di Montalcino nel bicchiere.

Colore da manuale, limpido, rubino intenso al centro che via via si sgrana fino ad un'unghia aranciata che gradualmente si dirada attraverso mille sfumature autunnali.
Naso da sottobosco, ciliegia matura accennata, fieno, una vena balsamica che va dall'alloro, al timo, ad una nota silvestre da pineta di Viareggio. Palato agile, corrospondente, di un bevibilità assassina tipo arancia sanguinella. Acidità, sapidtà e tannino integrati ma in evidenza. Sembra corto, ma poi è il retrogusto che ti sorprende restituendo al palato tutte le sensazioni del naso una per una persistetemente. Succulento. Tra le note balsamiche, di ciliegia, di sottobosco e silvestri si fa largo un tentativo timido di terziarizzazione tipo pelle, tabacco dolce, ancora timido che non contende il podio ad una fragranza balsamica, a tratti tipo After Eight, ancora in evidenza accoppiata ad una bevibilità tipo arancia sanguinella. Da notare l'integrità del tappo dopo 14 anni. Qualità.


RIESLING KABINET GRAACHER DOMPROBST 2009 WILLI SHAEFER

È un incontro di luce, evasione e spensieratezza questo vino. Parte con un colore giallo paglierino dorato brillante, poi un continuo rincorrersi di idrocarburi, fiori di campo e frutta gialla, sostenuto da una mineralità e acidità a tratti agrumata che man mano diventa sempre più netta.
Le penne aglio olio peperoncino e straccetti di maiale ne assecondano la dolcezza e lo sfidano donandogli un contrappunto di speziatura al pepe bianco. Infine la cheese cake al limone lo asseconda in una assonanza perfetta.

Macòn-Village Long Champ 2001 Gilles et Catherine Vergè

Mala tempora currunt. Ed allora si ricorre alle certezze salvifiche.

Macòn-Village Long Champ 2001 Gilles et Catherine Vergè.

Questo vino è un viaggio, sembra di aver bevuto quattro vini differenti, Borgogna, Chablis, Jura, Altoadige.
Il colore ti ipnotizza. Fantastico oro antico e sei subito in Egitto o davanti ad un quadro di Klimt. Poi vieni rapito da una sensazione olfattiva iodata e sei al mare. Scaldandosi viene fuori il fieno ed una avvolgenza di burro di alpeggio al palato e sei subito in una baita d'alta montagna. Infine una fresca balsamicità mediterranea accompagnata da note agrumate di limone e cedro ti fanno atterrare in Sicilia. Lo riversi, ritorni al bicchiere dopo 30 minuti ed ora frutta bianca, mele e pere del trentino. Il palato si fa più avvolgente. Poi Pere williams sotto spirito e timo. E non è ancora finita ... Chapeau !!!




SAN FEREOLO 2012

Vibrazioni.
Ecco ciò che i vini dovrebbero restiture, ognuno attraverso le proprie caratteristiche espressive, attraverso il rispetto per la natura in vigna e per l'uomo in cantina.
Incontrarlo ora, il Santo Fereolo ci restituisce fin da subito un vino sfaccettato, poliedrico, con un frutto aperto e sincero che induce alla gioia e felicità, sottolineato da una trama tannica, minerale ed a tratti speziata, che non riesce ancora a conferirgli del tutto quella austerità che il tempo di solito gli riserva.
Le Vibrazioni cantano Dov'è e questo vino è una delle risposte possibili ora e per chi saprà attenderlo ancora un pò.

San Fereolo:
http://ilsolenelvino.blogspot.com/2013/04/?m=1

CONSAPEVOLEZZA- QUINTA LEZIONE TERZO LIVELLO

La 5° lezione del corso di terzo livello, esercizi di Analisi Organolettica Relazionale (AOR), e' andata così.

-Champagne Henriot Cuvée Hemera 2005

E' una di quelle giornate di lavoro impegnative, devo mettermi l'abito, quello bello. La forma conta oggi per presentarsi in un ambiente serioso dove la diplomazia e' l'arma vincente.
Mi faccio coraggio ed affronto da spettatore la convention. L'ambiente e' reso elegante da un perlage fine e persistente. Ascolto attentanente e rimango spiazzato da un tentativo confuso e un po' troppo vintage di declinare una terziarizzazione in corso che si manifesta con un inizio di ossidazione del frutto per continuare con incursioni di funghi e noce. Il soffio di una acidita' tagliente e di una mineralita' non ostentata tentano di snellire il discorso, ma il tentativo risulta goffo. Il persistere dei due registri slegati tra di loro abbassa la mia soglia di attenzione ed immagino la stessa scena tra qualche anno con un'audience piu' attempata conforme ad una maggior terziarizzazione e minor freschezza consolata al buffet da un risotto ai funghi. Sorrido e gentilmente mi congedo.

-Ottavio Grignolino Cascina Tavijn

Quando incontri Ottavio e' sempre come te lo ricordavi. L'eterno adolescente contadino. A tratti grezzo, spigoloso, umorale, ma sempre giovane spensierato, leggero. Appena ti vede, lo sai, vieni invaso dalla sua voglia di vivere ma ti riversa addosso anche i suoi problemi. Nel bicchiere subito si alternano, a tratti sfacciatamente, la parte floreale, il tannino, l'acidita'
ed un leggero brett. Poi ti siedi di fianco a lui, lo ascolti, gli dai dei consigli e se tocchi le corde giuste si apre e diventa un compagno ideale per le scampagnate e le serate estive, quelle spensierate, lasciandoti un buon ricordo.

-Weissburgunder Vom Muschelkalk 2017 Weingut Abraham
-Chassagne Montrachet 2015 Bouchard Père & Fils
-Echezeaux 2015 Bouchard Père & Fils

In classe a scuola ci sono gli immancabili compagni di classe "secchioni", quelli che non sbagliano mai. Mai una sbavatura, mai un errore eccessivo. Una precisione se vogliamo anche monotona che non si concede mai un eccesso o una distrazione, nemmeno nei voti. La parola d'ordine e' abbastanza. Abbastanza fresco, abbastanza fruttato, abbastanza minerale, abbastanza lungo, abbastanza speziato. Tipica di una costruzione e mano in cantina da "secchione" troppo preoccupata a conformare il vino al suo varietale e al suo luogo.
Lungo la beva sono sempre uguali a se stessi e la monotonia prende sempre più il sopravvento. Vini consegnati alla solitudine di una mediocre perfezione senza nessuno slancio che li renda unici.
Didattici, scolastici.

CONSAPEVOLEZZA - QUARTA LEZIONE CORSO TERZO LIVELLO

Quarta serata del corso di terzo livello targato Il Sole Nel Vino.

Esercizi di Analisi Oraganolettica Relazionale.