IL GUSTO E' RELAZIONE E CONSAPEVOLEZZA

martedì 8 settembre 2020

CROZES-HERMITAGE 2016 DARD & RIBO

Siamo nella regione settentrionale della valle del Rodano a Mercurol, un villaggio ad est rispetto al village di Tain l'Hermitage. René-Jean Dard e François Ribo fin dal 1984 hanno azzerato l'utilizzo della chimica ed i vigneti sono coltivati assecondando i dettami della Agricoltura Biodinamica. Ad oggi gli ettari vitati sono 8,5 coltivati a Syrah e Roussane. In cantina i grappoli sono diraspati al 90%, la restante parte non diraspata favorisce una fermentazione spontanea senza lieviti selezionati. Macerazioni da 10 ai 20 giorni a seconda della tipologia e delle annate. L'affinamento avviene in botti di medio piccole dimensioni. Crozes-Hermitage 2016 Da uve di Syrah in purezza. Macerazione sulle bucce di 20 giorni. Dopo la svinatura affina per 10 mesi in botti esauste da 500 litri. Colore rosso scuro intenso, quasi impenetreabile. La ciliegia matura e le note di frutta rossa sono accompagnate da una netta speziatura di pepe nero e chiodi di garofano con una nota incensosa e fumè sullo sfondo. Fanno anche capolino tabacco, e patè di olive. Chiude elegante, slanciato, tannini morbidi con bella freschezza. Espressivo. Preso nel momento migliore. Abbinamento ideale: Costolette di agnello in salsa di frutti di bosco Hermitage 2016 Molto simile al Crozes-Hermitage ma silenziato da una pervadente acidità dettata da note verdi ed astringenti, che non promettono di andarsene nemmeno col passare del tempo. Qualche annetto di cantina lo salverà? Ho i miei dubbi. Infine una sicurezza. Rosso di Montalcino 2006 Poggio di Sotto. Palmucci rules. Il mio Rosso di Montalcino per eccellenza. La sensazione di alloro è accompagnata da un sottobosco ben dettagliato. Il frutto è presente ma lascia presto il passo a sensazioni floreali di fiori passi. Tannino e acidità ben integrate. Il finale è succulento. Abbinato con pappardelle al cinghiale e tagliata di angus

 

sabato 29 agosto 2020

CHAMPAGNE RUPPERT-LEROY

L'Aube sforna sempre di più produttori di Champagne giovani pionieri di bollicine sempre più vicine al territorio e di ispirazione borognona.

L' Azienda agricola Ruppert-Leroy risiede all'estremo sud-est della Champage presso il piccolo villaggio di Essoyes, a soli 10 chilometri dal confine verso la Côte d’Or.
La fondazione risale al 1970 con Gerard Ruppert, laureato in filosofia ed amante del proprio territorio. Ruppert inizia con mezzo ettaro di vigne condotte in regime bio ancora quando quasi tutti nella Champagne gestivano le vigne con prodotti chimici dando poca importanza alla qualità del frutto.
Quando Ruppert lascia la conduzione della vigna alla figlia Benedicte le uve non vengono più vendute a vantaggio della produzione propria di champagne.
Quattro anni fa, dopo aver parlato con Pierre Paillard, avuto l'opportunità di incontrare Overnoy ed avuto come mentore Bertrand Gautherot di Vouette et Sorbée, Gerard e Benedicte passano alla conduzione in vigna in regime biodinamico, niente chimica, lunghe fermentazioni e pochissima solforosa aggiunta.
Senza sottovalutare il sorprendente 11,12,13 Brut Nature ottimo champagne per qualità/prezzo e lo sbalorditivo, imperdibile rosè Des Cogneaux de saigneè, l'espressione del terreno gessoso la troviamo nei seguenti Brut Nature:
- Fosse-Grely classico blend Pinot Noir/Chardonnay vinificato in acciaio. Floreale, quasi balsamico, molto minerale, bilanciato in ampiezza dal frutto del Pinot Noir, ma con uno strappo minerale, dritto e salino di uno chardonnay che ricorda Chablis.
Dallo stesso cru c'è anche la Cuveè Papillon, 100% Pinot Noir. Cremosa, imponente, larga di gran struttura.
- Des Cognaux, viene da un cru 100% Pinot Noir, di marna grigia, gessosa. La fermentazione ed affinamento avvengono in barrique. Champagne imponente, la mineralità si sposa bene con la ricchezza del frutto simile alla nespola. Fragrante ed avvolgente. Arricchito da incursioni floreali, di salvia ed erba medica.
- Martin-Fontaine, 100% chardonnay. Stesso metodo di vinificazione. Immediato, gradevole, ma anche profondo e stratificato. La sensazione fresca ed agrumata è accompagnata da frutta gialla ed una texture cremosa. La verve di mineralità è chiusa da una sensazione di cedro quasi affumicata. Chiude con una nota sapida.


 

CABERNET FRANC ROUGE 2017 DOMAINE GUIBERTAU

Dal villaggio siccitoso di Saint Just Sur Dive, a 12 chilometri da Saumur nella Loira, con terreni ricchi di tufo che riescono a catturare l'umidità ed a restituirla alle viti rendendo possibile la loro coltivazione con risultati sorprendenti, il Domaine Guibertau propone uno Chenin Blanc ed un Cabernet Franc attraverso un approccio naturale e mini invasivo.

È ferragosto, giornata spensierata e divertente come il suo Cabernet Franc Rouge 2017.
La finta austerità, riscontrabile maggiormente nei cru, fa subito largo ad una generosa marasca innervata da una speziatura a tratti balsamica che ricorda il ginepro.
Al palato è corrispondente, il corpo è esile ma con un bel grip sul palato. Chiude agile, con una buona acidità, aggiungendo sensazioni floreali ed amaricanti.


 

MALVASIA 2015 DAMIJAN PODVERSIC

Durante una piacevole serata trascorsa sul lungolago di Malgrate presso il ristorante Da Giovannino, con amici e parenti in vacanza qui in Italia dall'Olanda, è stato bello farsi coccolare dalla rassicurante morbidezza, leggera aromaticità ed intrigante speziatura, accompagnate da una persistente sensazione minerale e di erbe, della Malvasia 2015 di Damijan Podversic.
 

VERGE VIRE-CLESSE 2007

 

Siamo a Virè, chardonnay solo acciaio, naturale, senza solforosa, S.a.i.n.s. Appelation Virè-Clessè Controlèe 2007 annata fredda.
Dritto, minerale, subito al naso metallico, polvere da sparo netta. Acidità agrumata tipo pompelmo a manetta. Estivo, chiude con un accenno di burro di alpeggio come se ti rimanesse sul palato un pò freddo prima di sciogliersi, accompagnato da una sensazione retronasale marittima, iodata. Unica concessione al frutto quando si scalda, escono mela gialla e nespole avvolgenti.
Perfetto con le ostriche al naturale, seguite da spaghetti allo scoglio.

DUE SORSI SEMPLICI MAI BANALI - RE CONTESO E SASSI FRAGA 2018

Due sorsi semplici ed agili, mai banali, accompagnano queste giornate estive da barbeque in campagna sopra al mio Lago di Como. Consigliati proprio per questo tipo di giornate.

- ReConteso 2018 La Felce di Andrea Marchesini. Lunigiana.
Sorso fresco, minerale, frutto rosso succulento, tannino ben integrato. Snello di ottima bevibilità.

- SassiFraga 2018 Le Strie. Valtellina.
Chiavennasca molto varietale. Ad un frutto di bosco accennato si affiancano, note floreali, ma soprattutto una speziatura di erbe di bosco di montagna. La bocca viene asciugata da un tannino teso e ben presente.

Le cose semplici, fatte per bene.


 

GRAVNER RIBOLLA GIALLA 2009

Ribolla gialla di Josko Gravner 2009. Quando l'Italia incontra la Georgia.
Vitigno coltivato ad Oslavia, al confine con la Slovenia.
A lungo macerato sulle bucce dopo una fermentazione spontanea in anfore georgiane di terracotta interrate, senza il controllo della temperatura. Svinato e torchiato, rimane in anfora per 5 mesi per poi affinare in botti di rovere per 6 anni.

Il vino lo ritroviamo nel bicchiere col suo bellissimo colore ambrato senza aver subito chiarifiche e filtrazioni.
Fin dall'olfatto ne intravediamo la giusta complessità, eleganza ed intensità, con sensazioni di pesca, albicocca, corteccia, erbe aromatiche quasi balsamiche che si alternano bel bicchiere. Il palato è corrispondente, più asciutto di altre annate, con una trama tannica evidente, chiude lunghissimo riprendendo una ad una le sensazioni olfattive. Pronto, se atteso ancora può esprimersi oltre.

Esperienza organettica da provare almeno una volta.

 

RODITIS BARRIQUE 2015 KTIMA LIGAS

L'occasione della grigliata che sancisce la fine del corso di 3° livello da me diretto, mi permette di farvi partecipi dell'assaggio del Roditis Barrique 2015 dell'azienda Ktima Ligas di Pella in Macedonia. L'azienda pratica la permacoltura ed i vitigni crescono immersi in completa simbiosi con la natura circostante su terreno calcareo. Dopo la fermentazione in acciaio attraverso i lieviti indigeni il vino viene accompagnato senza alcun intervento fino ad un affinamento di 8 mesi in botti usate dal maestro di Jason Ligas Selosse.
Nel bicchiere si presenta con un colore giallo paglierino dorato intenso e brillante. Vino fin dal naso territoriale, mediterraneo, con fiori bianchi e ritorni salmastri ed erbe aromatiche. Al palato è corrispondente, terribilmente appagante, teso, fine, avvolgente con note fresche e di nespola, profondamente minerale e giustamente sapido, in pieno equilibrio. La territorialità mediterranea Greca magistralmente coniugata con una finezza transalpina. Solo 1800 bottiglie prodotte/anno, se avete l'occasione procuratevene assolutamente una. Best to open dopo 3/4 anni.


CORSO PRIMO LIVELLO - SERATA CONCLUSIVA

 

Serata conclusiva del corso di primo livello targato Il Sole nel Vino

- Champagne Bereche & Fils
Fragrante, panificazione in corso, mela dolce grattuggiata, finale con una buona acidità, chiude decisamente sapido. Ancora giovane, da attendere.

- Buvoli Pinot Nero 10 e mezzo. Sboccatura 2015.
Tutto ciò che si richiede ad un metodo classico lungamente affinato sui lieviti. Poliedrico, spazia da sensazioni di funghi a uvette, dattero, fichi secchi e fragranza da panettone. Chiude leggermente amarognolo. Buona acidità. Esperienziale.

- Sabbia Gialla 2016 Cantina San Biagio Vecchio
Naso floreale intenso di fiori di acacia e gelsomino. Palato corrispondente ma più goloso con ricordi di frutta gialla, giustamente sapido. Ha trovato il suo giusto equilibrio.

- Bolgheri Superiore 2013 Casa di Terra
Di stampo Supertuscan, per gli amanti del genere, molto generoso.
Pur mantenendo l'identità vegetale del cabernet franc, avvolge con un calore alcolico ammorbidente, donando tocchi di cioccolato fondente, liquirizia e china.

JURA LE SAGE VAGNIN 2016 DOMAINE PHILIPPE CHATILLON

Lo Jura che strizza l'occhio alla Borgogna, mantenendo la propria identità rurale e contadina.

Le Sage Vagnin Ouillè 2016 Domaine Philippe Chatillon.

3 ettari tra Arbois e Passenans su marne blu grigiastre. Zero diserbanti, zero chimica, zero solforosa aggiunta, fermentazione da lieviti indigeni.

Incontrato troppo giovane, lo sapevo già e l'assaggio me lo ha confermato, ma avrò la possibilità di incontrarlo tra qualche anno.

Il suo racconto è di giornate spensierate al sole trascorse in piena campagna avvolti dal profumo del fieno già accatastato in essicazione e dai tipici odori rurali. Nelle vicinanze gli spari dei cacciatori restituiscono nell'aria un essenza di polvere da sparo, mentre la griglia di pesce esala un ricordo marino condito da calde spezie orientali.
Nell'intimità del sorso porge il sollievo dalla calura estiva riempiendo il palato di una addizionale sensazione fresca, dissetante, data da una netta e tagliente mineralità e acidità agrumata molto vicina al pompelmo ed al limone, leggermente smussata da un ricordo di pesca noce.


 

ARCHETIPO FIANO 2017

Siamo a Castellaneta non lontano da Altamura. Azienda che fin dagli anni 80 ha convertito la produzione agricola in Biologico e che dal 2000 è in regine biodinamico. Niente chimica in vigna e sviluppo naturale delle fermentazioni in cantina, nessuna filtrazione.
I vitigni coltivati sono Primitivo, Aglianico, Negroamaro, Fiano, Greco Maresco, Marchione e Sussumaniello.
Il Fiano da 6-7 giorni di macerazione sulla bucce e 2 mesi circa di fermentazione a basse temperature. Affinamento in acciaio per 5-6 mesi sulle sue fecce fini nobili.
Appare nel bicchiere color oro antico con riflessi aranciati.
La partenza è sfidante con una volatile che permea e condiziona sia l'approccio olfattivo che la bevuta.
Lo scaraffo appoggiando il decanter su un panno ghiacciato ed attendo una mezzoretta.
Ora inizia a muoversi regalando un naso salmastro e floreale tipo gelsomino. Il palato è corrispondente e chiude con una decisa acidità agrumata rinforzata da una volatile ancora avvertibile.
Ma il suo meglio, pur rimanendo un vino semplice, lo dà dopo un'oretta di decanter, quando si scalda. Volatile sparita. Perchè alle note precedenti si aggiungono quelle varietali di pera e terrose affumicate, avvertibili sia al naso che al palato completandolo e bilanciando la chiusura che rimane iodata con una bella ed integrata acidità agrumata dissetante.
Il vino poi non poteva non finire in un bicchiere Gravner sul balcone davanti al mio lago di Como.


 

RIESLING SPATLESE 2009 WINTRICHER GEIERSLAY di GUNTHER STEINMETZ

Riesling Spatlese sur lie 2009 Wintricher Geierslay di Gunther Steinmetz.

Siamo in Germania nella middle Mosel a sud Di Bernkastel Kues.

Produttore rispettoso delle vigne, zero diserbanti o chimica, fermentazione spontanea in cantina.

Riesling sur lie con fermentazione alcolica completamente svolta, 12 vol, più un trocken spatlese. Ancora giovane.

Fin dal colore giallo paglierino con riflessi dorati, si preannuncia come un vino di luce.
L'attacco al naso è di idrocarburi ma non invadenti che lasciano volentieri spazio a pesca, cedro ed erbe officinali. Il palato è corrispondente con un finale lungo, tagliente dove prevale una spiccata acidità agrumata, ritornano il cedro e le erbe officinali. La beva è altresì pervasa da una netta mineralità tipo sassi bagnati dal fiume.

Riesling integrale, molto territoriale.




RODITIS MACERATION 2016 DOMAIN KTIMA LIGAS

Domain Ktima Ligas in Grecia a Pella.Viticoltore in regime biodinamico, permacoltura. Il suo vino di punta è il Roditis Barrique.

Questo è il Roditis Maceration 2016, un Orange Wine veramente estremo. Hardcore, solo per maggiorenni ed amanti delle birre acide.

L'approccio non è dei più semplici. Per esperienza meglio tenerlo in frigor per due giorni a 6 gradi, poi scaraffarlo per un'oretta e succesivamente rimetterlo in bottiglia rinfrescata. Servire a 10/12 gradi o più in coppe o bicchieri ampi con o senza stelo.

Colore classico da orange wine non filtrato.
Superato l'afflato dovuto ad una volatile che ne costituisce il supporto di acidità necessario, si fanno decisamente largo fiori bianchi, frutta gialla ed una speziatura di pepe bianco. In bocca è corrispondente, poi minerale, sapido, torbato. Chiude con una spiccata acidità agrumata.

Only the brave



 

CHABLIS LES CLOS 2007 DAUVISSAT

Chablis Les Clos 2007 di Dauvissat. Lo chardonnay che viene dal freddo.
Annata dritta, fredda, minerale.
Colore giallo paglierino tendente al dorato. Limpido. Al naso apre con burro d'alpeggio e fiori bianchi con accenni di agrumi, con una vaga sensazione di pepe bianco.
Il palato corrisponde ed è avvolgente ma l'acidità agrumata prevale e pulisce il palato. Lungo, dritto minerale. Chiude in retrolfazione con pompelmo, fiori bianchi e pepe bianco.
Aggiunta postuma: Il giorno dopo. Più equibrato, con una acidità che vira verso una netta mela verde, minerale, una punta leggera di polvere da sparo sul finale. Pai infinita.
Cene sono ancora in cantina e va bene così.

PONTE TOI 2016 STEFANO LEGNANI

Ponte di Toi 2016 di Stefano Legnani. Siamo in provincia di La Spezia, a Sarzana.

Vino bianco da tavola, il varietale è il Vermentino.

Vino naturale non filtrato. Fermentazione spontanea con le bucce per 5 giorni con la sua pied de cuve. Poi separato dalle bucce, pigiato assicurandosi che la fermentazione continui. Infine viene lasciato lavorare spontaneamente fino a Gennaio senza controllo della temperatura. Poi viene svinato senza filtrazione.

È un vino verace, di personalità, va aperto ed attesa almeno un'ora per fare in modo che perda alcune sgrammaticature soprattutto al naso. Lo si gusta meglio partendo da una temperatura di servizio non troppo bassa, per apprezzarne poi l'evoluzione man mano che si scalda.

Il colore è giallo paglierino oro antico. L'olfazione è salmastra, di fieno fermentato ed uva bianca sotto spirito, con incursioni di erbe aromatiche. Al palato è corrispondente, avvolgente, ampio, minerale, sapido. Chiude con una impronta amarognola avvolgendo il palato con il tannino delle bucce e l'uva sotto spirito che ritorna con una retrolfazione ancora di fieno ed un pò alcolica, quasi torbata, con ricordi di erbe aromatiche mediterranee e iodio. Vino integrale, abbinamento regionale.

CHAMPAGNE FRANCIS BOULARD & FILLE ROSE' DE SAIGNEE 2012

 

Questa sera con platessa alla mediterranea e pizza, uno Champagne delle montagne di Reims, rosè de saignèe 2012 di Francis Boulard & Fille. Pinot noir e pinot meunier in parti uguali. Approccio biodinamico in vigna, fermentazione spontanea, 12 ore di macerazione sulle bucce, 3 g/l di zucchero residuo, sboccatura 2018.

Il colore è di un ramato che ti rapisce subito. Bollicine fini e persistenti.
Al naso l'esordio è di una fragranza avvolgente che annuncia una buona cremosità, ma subito si fanno largo sensazioni di uva spina, rosa e leggerissima ossidazione che lo rende intrigante preannunciando un tocco di ferrosità ed ematicità. Palato corrispondente alimentato da una sferzata di acidità e mineralità con un ricordo di lampone e tè. Chiude lungo con una sensazione sapida, minerale e quasi tannica, oserei dire argillosa, amarognola, con una impronta di tè inglese.



lunedì 20 aprile 2020

CHAMPAGNE BARRAT-MASSON

Champagne Barrat-Masson, lo champagne contadino che sa stare a tavola con la nobiltà.

Uno Champagne "naturale", eclettico, a tutto pasto. Un bel colore giallo paglierino dorato conquista subito la vista. Parte vinoso, con un sorso pieno di frutta bianca matura, accompagnato da una bella freschezza, sapidità e mineralità, per chiudere leggermente amarognolo.
Scaldandosi resiste e si comporta da vino bianco amabile accompagnando bene anche le portate secondarie.
Il risotto al radicchio profumumato al tartufo e le scaloppine con radicchio, in salsa di taleggio, zenzero e pepe bianco, lo assecondano esaltandone la versatilità. Ottimo anche con la nostrana polenta oncia o con il pesce di lago grasso del lago di Como.

ROSSO DI MONTALCINO 2006 POGGIO DI SOTTO

Risso di Montalcino 2006 Poggio di Sotto.

Palmucci rules. Il sangiovese grosso di Montalcino nel bicchiere.

Colore da manuale, limpido, rubino intenso al centro che via via si sgrana fino ad un'unghia aranciata che gradualmente si dirada attraverso mille sfumature autunnali.
Naso da sottobosco, ciliegia matura accennata, fieno, una vena balsamica che va dall'alloro, al timo, ad una nota silvestre da pineta di Viareggio. Palato agile, corrospondente, di un bevibilità assassina tipo arancia sanguinella. Acidità, sapidtà e tannino integrati ma in evidenza. Sembra corto, ma poi è il retrogusto che ti sorprende restituendo al palato tutte le sensazioni del naso una per una persistetemente. Succulento. Tra le note balsamiche, di ciliegia, di sottobosco e silvestri si fa largo un tentativo timido di terziarizzazione tipo pelle, tabacco dolce, ancora timido che non contende il podio ad una fragranza balsamica, a tratti tipo After Eight, ancora in evidenza accoppiata ad una bevibilità tipo arancia sanguinella. Da notare l'integrità del tappo dopo 14 anni. Qualità.


RIESLING KABINET GRAACHER DOMPROBST 2009 WILLI SHAEFER

È un incontro di luce, evasione e spensieratezza questo vino. Parte con un colore giallo paglierino dorato brillante, poi un continuo rincorrersi di idrocarburi, fiori di campo e frutta gialla, sostenuto da una mineralità e acidità a tratti agrumata che man mano diventa sempre più netta.
Le penne aglio olio peperoncino e straccetti di maiale ne assecondano la dolcezza e lo sfidano donandogli un contrappunto di speziatura al pepe bianco. Infine la cheese cake al limone lo asseconda in una assonanza perfetta.

Macòn-Village Long Champ 2001 Gilles et Catherine Vergè

Mala tempora currunt. Ed allora si ricorre alle certezze salvifiche.

Macòn-Village Long Champ 2001 Gilles et Catherine Vergè.

Questo vino è un viaggio, sembra di aver bevuto quattro vini differenti, Borgogna, Chablis, Jura, Altoadige.
Il colore ti ipnotizza. Fantastico oro antico e sei subito in Egitto o davanti ad un quadro di Klimt. Poi vieni rapito da una sensazione olfattiva iodata e sei al mare. Scaldandosi viene fuori il fieno ed una avvolgenza di burro di alpeggio al palato e sei subito in una baita d'alta montagna. Infine una fresca balsamicità mediterranea accompagnata da note agrumate di limone e cedro ti fanno atterrare in Sicilia. Lo riversi, ritorni al bicchiere dopo 30 minuti ed ora frutta bianca, mele e pere del trentino. Il palato si fa più avvolgente. Poi Pere williams sotto spirito e timo. E non è ancora finita ... Chapeau !!!




SAN FEREOLO 2012

Vibrazioni.
Ecco ciò che i vini dovrebbero restiture, ognuno attraverso le proprie caratteristiche espressive, attraverso il rispetto per la natura in vigna e per l'uomo in cantina.
Incontrarlo ora, il Santo Fereolo ci restituisce fin da subito un vino sfaccettato, poliedrico, con un frutto aperto e sincero che induce alla gioia e felicità, sottolineato da una trama tannica, minerale ed a tratti speziata, che non riesce ancora a conferirgli del tutto quella austerità che il tempo di solito gli riserva.
Le Vibrazioni cantano Dov'è e questo vino è una delle risposte possibili ora e per chi saprà attenderlo ancora un pò.

San Fereolo:
http://ilsolenelvino.blogspot.com/2013/04/?m=1

CONSAPEVOLEZZA- QUINTA LEZIONE TERZO LIVELLO

La 5° lezione del corso di terzo livello, esercizi di Analisi Organolettica Relazionale (AOR), e' andata così.

-Champagne Henriot Cuvée Hemera 2005

E' una di quelle giornate di lavoro impegnative, devo mettermi l'abito, quello bello. La forma conta oggi per presentarsi in un ambiente serioso dove la diplomazia e' l'arma vincente.
Mi faccio coraggio ed affronto da spettatore la convention. L'ambiente e' reso elegante da un perlage fine e persistente. Ascolto attentanente e rimango spiazzato da un tentativo confuso e un po' troppo vintage di declinare una terziarizzazione in corso che si manifesta con un inizio di ossidazione del frutto per continuare con incursioni di funghi e noce. Il soffio di una acidita' tagliente e di una mineralita' non ostentata tentano di snellire il discorso, ma il tentativo risulta goffo. Il persistere dei due registri slegati tra di loro abbassa la mia soglia di attenzione ed immagino la stessa scena tra qualche anno con un'audience piu' attempata conforme ad una maggior terziarizzazione e minor freschezza consolata al buffet da un risotto ai funghi. Sorrido e gentilmente mi congedo.

-Ottavio Grignolino Cascina Tavijn

Quando incontri Ottavio e' sempre come te lo ricordavi. L'eterno adolescente contadino. A tratti grezzo, spigoloso, umorale, ma sempre giovane spensierato, leggero. Appena ti vede, lo sai, vieni invaso dalla sua voglia di vivere ma ti riversa addosso anche i suoi problemi. Nel bicchiere subito si alternano, a tratti sfacciatamente, la parte floreale, il tannino, l'acidita'
ed un leggero brett. Poi ti siedi di fianco a lui, lo ascolti, gli dai dei consigli e se tocchi le corde giuste si apre e diventa un compagno ideale per le scampagnate e le serate estive, quelle spensierate, lasciandoti un buon ricordo.

-Weissburgunder Vom Muschelkalk 2017 Weingut Abraham
-Chassagne Montrachet 2015 Bouchard Père & Fils
-Echezeaux 2015 Bouchard Père & Fils

In classe a scuola ci sono gli immancabili compagni di classe "secchioni", quelli che non sbagliano mai. Mai una sbavatura, mai un errore eccessivo. Una precisione se vogliamo anche monotona che non si concede mai un eccesso o una distrazione, nemmeno nei voti. La parola d'ordine e' abbastanza. Abbastanza fresco, abbastanza fruttato, abbastanza minerale, abbastanza lungo, abbastanza speziato. Tipica di una costruzione e mano in cantina da "secchione" troppo preoccupata a conformare il vino al suo varietale e al suo luogo.
Lungo la beva sono sempre uguali a se stessi e la monotonia prende sempre più il sopravvento. Vini consegnati alla solitudine di una mediocre perfezione senza nessuno slancio che li renda unici.
Didattici, scolastici.

CONSAPEVOLEZZA - QUARTA LEZIONE CORSO TERZO LIVELLO

Quarta serata del corso di terzo livello targato Il Sole Nel Vino.

Esercizi di Analisi Oraganolettica Relazionale.