IL GUSTO E' RELAZIONE E CONSAPEVOLEZZA

giovedì 2 maggio 2013

CIRO PICARIELLO - UN FIANO D'ECCELLENZA

Incontrando Ciro Picariello e la moglie Rita al Vinitaly, ho subito pensato che non fosse l'ambito più adatto per riscoprire il loro Fiano data la concitazione della fiera, attendendomi una fugace degustazione dell'annata 2011. Dopo l'affabile approccio, la semplicità, la modestia e la disponibilità con cui mi hanno accolto presso lo stand, ho cambiato subito idea. Mi sono sentito subito a mio agio di fronte a persone semplici e disponibili nel propormi i loro vini anche di annate antecedenti rispetto all'ultima uscita. Accolto all'interno dello stand, sfrutto l'occasione per approfondire la loro conoscenza e la conoscenza della loro azienda. 

La piccola azienda omonima si trova a Summonte (Avellino). Ciro dal 1993 ha iniziato a piantare viti, prima su terreni di proprietà per poi acquistarne altri. Ora i vigneti si estendono su una superficie vitata di 7 ettari. 5 coltivati a Fiano e 2 coltivati ad Aglianico, Piedirosso e Sciascinoso. Gli appezzamenti si trovano in una zona di alta collina a circa 600 metri di altezza. Quelli di Summonte si trovano su un terreno povero esposto verso est, che valorizza e pone in primo piano le caratteristiche minerali e di acidità del Fiano. L'esposizione a sud, sud-est dei vigneti di Montefredane, favorisce una precoce maturazione delle uve e tende ad addomesticare l'acidita' a favore di un piacevole frutto. Fino al 2006 il Fiano viene realizzato con uve provenienti solo dai terreni di Summonte, mentre dall'annata 2006 viene vinificato separatamente con uve provenienti dai 2 Cru, per poi realizzare una cuveè ben bilanciata a seconda dell'andamento delle annate. Chissà che non possa vedere la luce il progetto di realizzare un Fiano, più dritto, minerale, con una spiccata acidità, proveniente solo da Summonte ed un Fiano, più morbido, fruttato, proveniente solo dalle vigne di Montefredane. Anche se lui dice di non fare assolutamente “nulla” in cantina, ho cercato di carpire qualcosa. La fase fermentativa avviene ad una temperatura un pò più elevata per favorire il lavoro dei lieviti e dura circa due mesi. Dopo la svinatura passa ad una fase di affinamento in acciaio di circa un anno. Viene filtrato prima dell'imbottigliamento. Viene commercializzato dopo successivi 6 mesi di bottiglia. 

Il primo assaggio che mi propone è quello del suo “Brut Contadino” a base Fiano 100% circa 3500 bottiglie prodotte.

Una selezione di uve sane provenienti sia da Summonte che da Montefredane vengono conferite vendemmiate leggermente in anticipo. Non viene fatta alcuna selezione dei lieviti e durante le varie fasi nessuna aggiunta di zuccheri, nessuna chiarifica, stabilizzazione o filtraggio, solo una piccola aggiunta di solforosa. La pressatura è soffice con controllo dell'acidità fissa. Il 20% del mosto rimane a bassa temperatura, mentre il rimanente affronta una fermentazione con interruzione controllata per ottenere un residuo zuccherino da 10 mg. A bassa temperatura la fermentazione affronta due fasi, la prima corta che porta il vino a 8%vol, la seconda lunga che lo porta a 12% vol e abbassa il residuo zuccherino fino a 0 mg. Travaso, unione delle due percentuali, affinamento. Imbottigliamento con la “bidule” ed il tappo a corona ed aggiunta solo di mosto fresco per la rifermentazione in bottiglia. Dopo un periodo di affinamento in bottiglia viene commercializzato ancora da sboccare. Alla fine il vino rimane sui lieviti per un periodo non inferiore ai 18 mesi. Ecco allora spiegato perchè la bottiglia viene commercializzata tenendola capovolta. Il degorgement quindi è affidato al consumatore, che può decidere anche di allungare il periodo di affinamento in bottiglia sui lieviti a piacimento. 

Ma passiamo all'assaggio, il perlage è abbastanza fine con una persistenza visiva corta. Il colore è di un giallo paglierino chiaro con riflessi verdognoli ed unghia lunga carta. Il naso è intenso, con chiare sensazioni fragranti tipiche della crosta di pane che sono un po' troppo avvolgenti rispetto alle sensazioni fruttate e floreali. La bocca è corrispondente, vinosa, con una acidità agrumata. Finale dolce ma non lunghissimo. Bottiglia che regala la freschezza dello spumante unita alle sensazioni contadine del Fiano. Questa bottiglia di giovane sboccatura, lascia la curiosità di poter vedere come sapranno comportarsi i lieviti nel tempo.  

Piccola verticale di Fiano 

Il Fiano è un'uva dai profumi intensi, i vini sono robusti, sviluppano aromi che passando dalla frutta bianca vanno dal miele ai fiori, alle spezie, alle mandorle, al fumè. Invecchiando non è difficile che producano anche sbuffi idrocarburici. Insomma sono vini che, nelle loro migliori espressioni, si prestano ad un medio/lungo invecchiamento sorretti da una buona acidità e data la complessità di aromi che via via sprigionano. Di sicuro il Fiano di Ciro Picariello è uno di questi e merita di essere acquistato anno su anno per essere fruito nel corso del tempo cogliendone così l'evoluzione e l'arricchimento di complessità. Bevuto almeno tre o quattro anni dopo la sua commercializzazione si potrà apprezzare come pochi bianchi sanno dare queste soddisfazioni. Ciro, pur nella cornice caotica del Vinitaly, mi regala questa piccola verticale. 

2011 

Paglierino solare con riflessi verdognoli di gioventù. Il naso è pieno, fruttato, con ritorni floreali e di fieno. Il palato è corrispondente, caratterizzato da una acidità e mineralità vive. Leggermente astringente con un allungo di frutta bianca abbastanza persistente. Da attendere ma di florido avvenire, l'annata sembra ottima. 

2007 (non sentita al Vinitaly)

Paglierino non intenso ma carico con unghia stratificata fino a bianco carta.Figlio di una annata un pò calda esprime un naso un pò adagiato sul frutta bianca arricchito da una intrigante nota fumè. In bocca è meglio perchè si sente una maggior freschezza. Questo è un assaggio di più di un anno fa, dove avevo rilevato un disequilibrio tra le sensazioni olfattive e quelle gustative. Urge un riassaggio per vedere se il vino ha acquistato maggior equilibrio.

2006

Paglierino con riflesso leggermente dorato. Naso complesso, attraverso la frutta bianca si stagliano più netti sentori floreali, menta, timo, accompagnati da una nota fumè ed iniziano a fare capolino suggestioni idrocarburiche. Palato pieno, corrispondente. Un vino equilibrato che riesce ad essere pieno, potente ma anche elegante. Bel vino, piaciuto molto.

2004

Veste giallo paglierino con unghia dorata.  Qui al naso le sensazioni idrocarburiche sono evidenti e si accompagnano bene con note fumè, floreali e di frutta gialla. Il palato è concorde e si caratterizza anche da una acidità agrumata con ritorni in lunghezza di timo ed erbe fini. Bel vino di gradevole complessità. 
Chapeau !!


Peccato non aver avuto l'occasione di provare la 2008, annata equilibrata ed interessante e la sferzata della 2005 dritta, minerale, sapida con una acidità importante.
 

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