IL GUSTO E' RELAZIONE E CONSAPEVOLEZZA

venerdì 18 gennaio 2013

COMPLEANNO ... E SONO 44




Champagne Extra Brut Mill. 1996 - Jacquesson

Cuvee composta dalle principali selezioni di Ay, Dizy e Grands Crus delle montagne di Reims per quanto riguarda il Pinot nero per la prima meta', e parcelle della Côte des Blancs per quanto riguarda lo chradonnay di una annata importante per la Champagne.
Colore giallo paglierino carico, perlage fine ed abbastanza persistente. Naso fragrante, leggermente evoluto con virate di caffe, sostenuto da una spinta agrumata e minerale quasi acciaiosa. Al palato e' una sciabola; minerale, tagliente, marmoreo e con una acidita' importante agrumata spostata verso il limone.
Champagne di non facile approccio, soprattutto per chi non ha il palato preparato ad un assalto di acidita' e mineralita' di eccezionale preminenza. E' come assistere ad una battaglia in corso e viverne gli eventi scomposti ma capaci di emozionare.

Chablis G.C Les Clos 2005 - William Fevre

Classico giallo paglierino con riflessi verdognoli e unghia carta. Con un naso tridimensionanale dove le sensazioni floreali di fieno e camomilla e quelle fruttate ma delicate si alternano sottolineate da un netto burro d'alpeggio non invadente, il tutto sostenuto da una mineralita' ed acidita' notevoli che ne costituiranno il resgistro al palato. Dritto, minerale, a tratti sapido, non tagliente; in perfetto equilibrio naso bocca. Pai lunga. Cangiante e ripropositivo di sensazioni differenti durante la beva. Chapeau !
Uno Chablis d'eccezione preso in un momento di grazia, me lo ricordavo piu' rigido due anni fa. Lo definirei con una parola: Festinalente. L'equilibrio tra la velocita' del susseguirsi delle sensazioni durante la beva e la lentezza della sua maturazione per trovare il giusto equilibrio. Quindi affrettatevi a berlo perche' e' in un momento splendido ma poi godetevelo con calma.

Pergole Torte 1999 - Montevertine

A questo vino di riferimento per la cultura vinicola chiantigiana bisogna avvicinarsi con consapevolezza.
Bel colore da sangiovese compatto, chiaro, con la comparsa di una leggera mattonatura andando verso l'unghia. Il naso e' parecchio territoriale con l'inconfondibile terra bagnata, humus, foglie umide del sottobosco, radici che fanno da tappeto olfattivo a spezie e soprattutto ad un frutto defilato e un po' molle. Non ha quella solita freschezza e croccantezza, come se stia per entrare nella fase di terziarizzazione, sull'orlo tra la consacrazione vintage ed il precipizio. La bocca e' piu' morbida e cremosa sostenta poco dalla carica tannica e dalla freschezza acida. Abbastanza persistente. Riesce comunque a mantenere un registro fine ed elegante e a tenere durante tutto il periodo della beva.

Marchese di Villa Marina 2001 - Sella & Mosca

Rubino scuro, limpido e compatto. Si apre tardi all'olfatto ereditando sensazioni leggermente stallatiche che via via svaniscono. Naso che via via concede una sensazione di profumi di macchia mediterranea che si sostituiscono al classico vegetale peperoneggiante del cabernet. Ciliegia matura, leggera speziatura dolce, ricordi di caffe. Con una perfetta corrispondenza naso bocca. Vino compatto, con un corpo e texture spessi, tenuto su sempre da quella sensazione di macchia mediterranea, radici e mirto accompagnata anche da una leggera sapidita'. Un cabernet che esalta la diversita' nella tipicita', detto da uno che non ama particolramente la tipologia.

Pinot Nero 1er cru Les Ruchots 2007 - Domaine Pierre Amiot et Fils

Pinot nero con un frutto di bosco aperto ma molle in evidenza. In tutte e tre le componenti della possibile descrizione di questo vino, si presenta come un pinot nero che, pur avendo tutte le caratteristiche tipiche del colore, dei fruttini e della leggera speziatura, si fa sopraffarre dall'alcol e si propone in una versione un po' troppo "slavata" e "vuota".
Paga molto probabilmente l'annata pronta, fruttata ma contraddittoria in Borgogna. Le solite montagne russe del Pinot Nero. Vitigno eccezionale, nel senso che fa eccezione, dando nel vino delusioni ( anche per via del portafoglio) ma anche grandi soddisfazioni quando si incontrano versioni che incrociano terroir, annata e produttore bevute nel momento giusto. Vino che va incrociato al momento giusto nel posto giusto.

mercoledì 9 gennaio 2013

PINOT NERO - DEGUSTAZIONE ALLA CIECA

Ed eccomi a descrivere un'altra degustazione alla cieca, questa volta intitolata al Pinot Nero. Accompagnata da pici al sugo e salsiccetta e da petto d'anatra selvatica in salsa al porto e ribes.



Come di consueto di seguito le mie impressioni prima di svelare le etichette dei vini:

Pinot Nero Brut Sboccatura 2011 - Marramiero

Colore giallo paglierino intenso. Perlage fine e poco persistente. Al naso si presenta fragrante ed opulento, caratteristiche che si riconfermano al palato. Rotondo e morbido, un po' vinoso con rimandi sapidi. Si percepisce che non e' un pinot nero in purezza anche se la freschezza dello Chardonnay e' decisamente in secondo piano. Semplice, vinoso, un po' troppo grassoccio.
Si poteva escludere una provenienza dal nord Italia ma di certo non avrei mai detto fosse un vino fatto nell'entroterra di Pescara.

Pinot Nero  Noir 2006 - Hartmann Donà

Lo avevo gia' bevuto a Natale quindi l'ho preso subito. Vi rimando alle note della degustazione natalizia.

Pinot Nero  Pommard Les Pezerolles 1er cru 2002 - De Montille

Colore rubino chiaro, brillante con un unghia lunga che fa trasparire un po' di annetti sulle spalle. Parte con un naso vintage da cassetto chiuso, ma si capisce che e' un vino complesso ed importante. Alla distanza, escono fuori i fruttini ed una velatura funginea che lo accompagnera' per tutta la beva. In bocca e' piacevole. Si avvertono i rimandi ai fruttini ed una acidita' ancora presente seppur smorzata dai ritorni retronasali di cassetto chiuso e funghi mai invadenti. E' l'unico vino che durante tutta la sua presenza nel bicchiere ed anche dopo la seconda versata continua a cambiare quasi alleggerendosi del peso della vecchiaia reclamando le sue origini giovanili di Pinot Nero di razza proveniente dalla Borgogna tradizionalista.

Pinot Nero L'Arturo 2007 - Ronco Calino 

Colore rubino chiaro, compatto, meno brillante degli altri ma senza accenni di vecchiaia.
Parte benissimo, soprattutto al naso, come un Pinot Nero di razza. Al palato una vena leggermente amarognola che tende alla liquirizia contrasta i fruttini. Attendo che l'alcol, ben presente si sistemi.  Poi ... piu' nulla. Dopo pochissimo dalla presenza nel bicchiere svanisce.
Peccato avrei voluto descriverne l'evoluzione perche' era partito molto bene.

Pinot Nero 2010 - Grosjean

Il colore e' simile al Pinot Nero Ronco Calino anche se un po' piu' scuro. Al naso parte con una presenza vanigliata invadente e sovrastante ritrovata anche al palato. Questa caratterizzazione lo accompagna sempre rendendolo uguale a se stesso durante tutta la sua presenza nel bicchiere e ne nasconde la tipicita'.  Vinoso, con sbuffi aciduli e rimandi verdi.
Nel tempo la sensazione di vanigliato si trasforma in una presenza di accenni di surmaturazione. Bottiglia da rivedere o piu' verosimilmente annata sfortunata.

Moscato d'Asti 2012 - Bera

Alla fine del pasto il dolce e' stato accompagnato da questo Moscato d'Asti che mi piace segnalare come piacevole sorpresa. Almeno per me che non l'avevo mai assaggiato.
Giallo paglierino chiaro, brillante con unghia carta. Naso freschissimo con una prevalenza floreale molto piacevole tipica del mughetto. Intenso. Palato coerente col naso, note agrumate, pesca. Equilibrato, dolce ma fragrante con spiccata acidità. Mi ha ricordato uno dei migliori Moscato d'Asti bevuti dell'azienda Cascina Fonda.Ottimo anche nel prezzo.