IL GUSTO E' RELAZIONE E CONSAPEVOLEZZA

giovedì 19 dicembre 2019

TOKAJI AZSU ESZENCIA 1999 DISZNOKO

 Tokaji Azsu Eszencia 1999 - Disznoko
In occasione della serata pre natalizia de Il Sole Nel Vino, abbiamo condiviso ed accompagnato con il panettone, condito con una salsa di arance e fichi secchi caramellati,
il Tokaji Azsu Eszencia di Disznoko 1999.
Esperienza unica; vino che attira subito fin dal colore ramato accattivante, ricordando i binari della ferrovia e lo scandire del tempo della canzone Stand By Me. La sensazione olfattiva ti rapisce per la capacita' di proiettarti all'interno di una biblioteca di libri antichi. Il sorso ti ammalia e avvolge di una dolcezza che va dall'albicocca disidratata al dattero, sostenuta da una acidita' discreta ma persistente ricordandoti che e' Natale. Un concentrato di sensazioni ancestrali e arabeggianti. Vino capace di suscitare sensazioni primordiali.
Felice di aver condiviso con voi queste sensazioni. Del resto il gusto e' relazione ed alcuni vini ce lo ricordano.

CONSAPEVOLEZZA - TERZA LEZIONE CORSO TERZO LIVELLO


Il vino e lo spazio. Il metodo e la relazione












- Podere Cipolla di Denny Bini Levante 90
Sogno di una notte di mezza estate.
Rustica spensieratezza.

- Lo Triolet Petite Arvine
Il diplomatico narcisista.

- Filodivino Diana 2017
Una semplice e schietta compagnia

- Girolamo Russo A Rina 2017
Intrigante, poliedrico, mai banale

- Speri Amarone 1993
Nostalgia.
Ricordi i boeri e quell'odore di caffè al bar dell'Oratorio?

CONSAPEVOLEZZA - SECONDA LEZIONE CORSO TERZO LIVELLO


Il tempo relativo del vino.
Come cambia il vino durante la beva. 
Tecniche di approccio.

Vini presentati alla cieca ed incontrati concedendo loro una permanenza nel bicchiere non inferiore a 30 minuti.

- Champagne Cristal 2008 Louis Roederer
Tutto oro e luccica pure. Perlage fine, elegante. La sferzata minerale e una acidità agrumata tagliente sono ben accompagnate da una cremosità avvolgente e da un naso fragrante. La stoffa boise', contiene un'anima minerale e di acidità ancora molto vivaci restituendo una trama floreale. Durante la beva si avvertono le due anime di questo champagne ancora in lotta presagendone un futuro radioso per chi avrà la fortuna di tenerlo ancora qualche anno in cantina. Monolitico per evoluzione nel bicchiere.

- Trebbiano 2008 Emidio Pepe
Un centometrista. Con un lampo di luce dorata, parte intenso, persistente, alla frutta gialla, poi bianca, si alternano note floreali di gelsomino e camomilla. Sostenuto da una discreta acidità. Poi alla distanza diventa meno intenso, più amaricante, con sensazioni fresche ma a tratti vegetali, terrose e fume'. In fondo alla beva, dopo 30 minuti, cede il passo.

- Roditis Barrique 2015 Ktima Ligas
Un maratoneta che è solo a metà della gara. Un vino ricco, generoso fin dal colore giallo paglierino intenso tendente al dorato. Le note boise' all'inizio lo caratterizzano molto e sono accompagnate da una leggera nota di smalto che assieme alla vaniglia restituisce una gradevole sensazione di cera d'api. Sapido, con frutta bianca in sottofondo. Le sensazioni floreali di una freschezza mediterranea ed una maggiore sapidità, si fanno largo mano a mano che la vaniglia cede il passo. Saputo aspettare nel bicchiere restituisce una freschezza iodata e mediterranea con sbuffi torbati intriganti. Sicuramente aspettato in cantina si farà ancora più grande e compirà la sua maratona da campione. Dinamico nella sua seppur lenta evoluzione nel bicchiere.

- Canaiolo 2016 Podere Casaccia
Scapigliato e scontroso all'inizio come Gian Burrasca. Rustico. Ma saputo attendere, cogliendone i lati migliori, a metà della lunga durata nel bicchiere, concede una ciliegia, una speziatura amaricante, una acidità non spigolosa , che ne costruiscono una ossatura succulenta. Chiude corto, anche se non cede il passo ad una lunga permanenza nel bicchiere.

- Vigna Regina Riserva 1999 Ar.Pe.Pe. Osservandolo restituisce un colore mattonato poco rassicurante. Ma l'abito non fa il monaco. Vino reso ossuto e austero da un tannino ormai integrato. Lasciandolo lavorare nel bicchiere lungo tutta la lunga beva, è capace di restituire una fine complessità tutta giocata su ritorni floreali e di erbe fini di montagna, genziana, con gradevoli inserzioni terziarie di cuoio, fiori passi, liquirizia di legno. Sei catapultato immediatamente nei prati montani e nei boschi di alta montagna della Valtellina.
Uno sviluppo nel bicchiere durante la beva, veramente notevole.

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CONSAPEVOLEZZA - PRIMA LEZIONE CORSO TERZO LIVELLO




Il vino e il tempo. Tecniche comparative e di approccio ai vini d'annata.

- William Fevre Chabils Premier Cru Vaillons 2007
Hei, tu nel 2007 dov'eri? Chi eri? Quanto sei cambiato? mentre nasceva questo vino che dopo 12 anni ha raggiunto una piacevolezza data da un equilibrio compiuto tra le componenti sapide, una acidità che dona freschezza, note minerali e la burrosita' dello Chardonnay. Bello dritto non concede nulla alla frutta gialla apprezzabile in gioventù, anche se tutto ciò che ha da dire te lo dice ora o mai più.

- Poggio di Sotto Rosso di Montalcino 2016
- Poggio di Sotto Rosso di Montalcino 2006
Un confronto generazionale didattico.
2016. La sfrontatezza e gioventù di un sincero sangiovese grosso urlata attraverso le spigolature tanniche e di acidità condite da un frutto rosso quasi dissetante, ci attraversa velocemente con la dinamicità di un giovane atleta in forma. Vino da afferrare al volo.
Il 2006 con 10 anni di esperienza, il cui passo si fa più lento ma sicuro, infonde maturità. È più facile tenergli il passo, ma allo stesso tempo richiede più attenzione perché i suoi contenuti si fanno più complessi ed una speziatura di alloro come fosse un Brunello lo impreziosisce. L'equilibrio di tutte le componenti di un sangiovese grosso è esemplare. Iniziano ad intravedersi alcune rughe di vecchiaia che si scolpiscono in un colore più evoluto e nei terziari di sottobosco e cacao. Da cogliere ora.

- Biondi Santi Brunello di Montalcino 2000
Qui ti devi proprio fermare, avere pazienza ed accompagnare questo vino durante la sua vecchiaia ormai vicino all'apice, complice l'annata.
Vino evoluto, sia nel colore che al naso, ma il tocco palatale è saggio. Ormai le rughe hanno spazzato via il frutto della gioventù lasciando una speziatura residua, ossuta, con una sensazione sul finale di caramella al rabarbaro che mi ricorda le visite che facevo alla nonna quando ero bambino. Anche solo per questa sensazione ne è valsa la pena incontrarlo.

- Chateau de Chambrun Bordeaux 2000
La sensazione è quella di incontrare dopo parecchio tempo una persona in la' con gli anni e riscoprirla ancora con una tempra giovane sia nel fisico che nello spirito.
Bel colore rubino intenso scuro, unghia corta. Tradisce gli anni solo da una leggerissima opacità che inizia a fare capolino e da una iniziale stratificazione del colore.
Naso da frutta nera e goudron. Bocca corrispondente con esaltazione di note di liquirizia e fume'. Un incontro arricchente da lunga conversazione affrontando i temi più disparati. Più trascorri con lui il tempo e più il sorso regala nuove sfumature pur mantenendosi uguale a se stesso. Un vino che nei successivi ulteriori 10 anni regalerà una ancor maggiore complessità.

- Ca' dei Gancia nei Cannubi Barolo 1989
Finiscono i ruggenti anni 80 ed iniziano gli anni 90 quando nasce questo vino. Quante cose sono cambiate noi compresi.
Un Barolo non particolarmente complesso, il cui incontro è stato giusto cogliere ora. La sua espressività consiste nella ossuta caducità di ogni elemento visivo, olfattivo, gustativo. Un vino ermetico, autunnale. Mutuando da Ungaretti, con lui "si sta come d'autunno sugli alberi le foglie". La sensazione di incertezza che si fa largo è quella data dai fiori passi e da un retrogusto di umami, sorretta comunque da una morbidezza alcolica ancora ben presente e da una fresca speziatura di erbe di montagna.

- Pacherof Sylvaner 2007
12 anni e non sentirli. Un bianco d'annata prorompente per alcolicita' elevata ed erbe officinali che ne rinfrescano il sorso. Il tutto sorretto da una buona spalla acida.
Accostato ad un pecorino molto stagionato e miele è come il bacio nella rappresentazione di Gustav Klimt.

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DAUVISSAT CHABLIS PREMIER CRU SECHET 2007


Chablis Premier Cru 2007 di Dauvissat
Sono in montagna da alcuni giorni ed avevo proprio la necessità di sensazioni saline, fossili e minerali.
Oro nel bicchiere, la sensazione di pesca che ho sempre avvertito in questo cru lascia il passo volentieri ad un avvolgente burro d'alpeggio accompagnato da una mineralita' rilanciata da una acidità agrumata. Chiude salino. Un vino di dettaglio e verticale, il più austero dei Premier cru di Dauvissat.

GEORGE BREUER RIESLING AUSLESE 2006


Rielsing Auslese 2006, George Breuer, Rheingau
Ma che bella bevuta, una della migliori di quest'anno. Giallo paglierino. Attacco olfattivo con una leggera nota di idrocarburi che lascia subito spazio ad una distesa floreale. Al palato bergamotto, cedro pesca gialla. Chiude minerale, con una bella sensazione sapida ed una acidità ben bilanciata. Lunghissimo.
Degna chiusura del pranzo odierno.

MASTERCLASS PINOT NERO DI BORGOGNA FOCUS ANNATA 2008

 - Volnay Premier Cru Les Champans 2008 Domaine Joseph Voillot
Esordisce con un rubino chiaro e luminoso con riflessi amaranto.
Il naso porta subito a sensazioni di lampone, ribes e accenni di pepe bianco. Le note floreali sono in secondo piano. Il palato è corrispondente, lento nell'affermarsi a centro bocca, ma chiude con una buona acidità, sapidità e succulenza allungandone la beva che risulta molto piacevole. Tutte le sensazioni riportano ad un vino fine ed elegante.

- Chambolle Musigny Premier Cru Les Charmes 2008 Domaine Amiot Servelle (regime biologico)
Colore rubino chiaro con incursioni porpora. Naso inizialmente contaminato da una leggera sensazione di non pulizia, ma che se ne va nel giro di poco. Le sensazioni olfattive sono quelle del lampone e mirtillo, corroborate da una leggera speziatura quasi balsamica assieme a fini note di incenso. Il palato è corrispondente, arricchito da una buona acidità. Chiude lungo, sapido, lasciando per molto tempo in bocca tutte le sensazioni intatte. Vino abbastanza elegante, carnoso ed espressivo.

- Morey St Denis Premier Cru Cuvee Ranaissance 2015 Domaine Tortochot (regime biodinamico)
Qui abbiamo un colore rubino un po' più intenso. L'esordio al naso caratterizzato da decisi frutti di bosco e rossi molto in evidenza. L'acidità è ben bilanciata dalla morbidezza del frutto. Si avvertono note speziate e floreali ancora molto nascoste. Abbiamo un minor dettaglio rispetto ai precedenti, vuoi per l'annata ricca e ancora giovane, vuoi per un territorio di vini eleganti ma anche un po' più potenti. Promettente.

- Charmes Chambertin Grand Cru 2008 Domaine Arlaud (regime biodinamico)
Colore del pinot nero da manuale.
L'incontro al naso è con sentori di frutti di bosco, cassis, mora, mirtillo ed un ricordo di spezie dolci. Il palato è corrispondente dove subentra la piacevole sensazione tipica del lampone fresco. Vino di buon corpo con tannini presenti e ben integrati. Chiude con un'ottima lunghezza dove si apprezza maggiormente una buona acidità e mineralita' che si contrappongono a note evolute di spezie orientali. Ottimo Grand Cru.

- Gevrey Chambertin Premier Cru Lavaux St Jacques 2006 Domain Harmand Geoffroy
Colore rubino intenso. Vino che ha avuto bisogno di alcune ore dalla apertura per esprimersi al meglio.
Abbiamo voluto cogliere comunque tutte le sue sfumature fin dall'inizio.
Parte austero, animale, ferroso, per poi sgranchirsi e concedere la parte più intima di sé pur non rinunciando al proprio carattere. Vengono fuori in aggiunta i frutti rossi, una trama floreale gradevole e qualche sensazione accennata di spezia dolce. Buono il bilanciamento tra acidità, tannino e frutto. Austero, di carattere, senza rinunciare alla propria identità di Pinot Nero.

#ilsolenelvino #MasterClass #Borgogna #PinotNero