IL GUSTO E' RELAZIONE E CONSAPEVOLEZZA

sabato 29 agosto 2020

CHAMPAGNE RUPPERT-LEROY

L'Aube sforna sempre di più produttori di Champagne giovani pionieri di bollicine sempre più vicine al territorio e di ispirazione borognona.

L' Azienda agricola Ruppert-Leroy risiede all'estremo sud-est della Champage presso il piccolo villaggio di Essoyes, a soli 10 chilometri dal confine verso la Côte d’Or.
La fondazione risale al 1970 con Gerard Ruppert, laureato in filosofia ed amante del proprio territorio. Ruppert inizia con mezzo ettaro di vigne condotte in regime bio ancora quando quasi tutti nella Champagne gestivano le vigne con prodotti chimici dando poca importanza alla qualità del frutto.
Quando Ruppert lascia la conduzione della vigna alla figlia Benedicte le uve non vengono più vendute a vantaggio della produzione propria di champagne.
Quattro anni fa, dopo aver parlato con Pierre Paillard, avuto l'opportunità di incontrare Overnoy ed avuto come mentore Bertrand Gautherot di Vouette et Sorbée, Gerard e Benedicte passano alla conduzione in vigna in regime biodinamico, niente chimica, lunghe fermentazioni e pochissima solforosa aggiunta.
Senza sottovalutare il sorprendente 11,12,13 Brut Nature ottimo champagne per qualità/prezzo e lo sbalorditivo, imperdibile rosè Des Cogneaux de saigneè, l'espressione del terreno gessoso la troviamo nei seguenti Brut Nature:
- Fosse-Grely classico blend Pinot Noir/Chardonnay vinificato in acciaio. Floreale, quasi balsamico, molto minerale, bilanciato in ampiezza dal frutto del Pinot Noir, ma con uno strappo minerale, dritto e salino di uno chardonnay che ricorda Chablis.
Dallo stesso cru c'è anche la Cuveè Papillon, 100% Pinot Noir. Cremosa, imponente, larga di gran struttura.
- Des Cognaux, viene da un cru 100% Pinot Noir, di marna grigia, gessosa. La fermentazione ed affinamento avvengono in barrique. Champagne imponente, la mineralità si sposa bene con la ricchezza del frutto simile alla nespola. Fragrante ed avvolgente. Arricchito da incursioni floreali, di salvia ed erba medica.
- Martin-Fontaine, 100% chardonnay. Stesso metodo di vinificazione. Immediato, gradevole, ma anche profondo e stratificato. La sensazione fresca ed agrumata è accompagnata da frutta gialla ed una texture cremosa. La verve di mineralità è chiusa da una sensazione di cedro quasi affumicata. Chiude con una nota sapida.


 

CABERNET FRANC ROUGE 2017 DOMAINE GUIBERTAU

Dal villaggio siccitoso di Saint Just Sur Dive, a 12 chilometri da Saumur nella Loira, con terreni ricchi di tufo che riescono a catturare l'umidità ed a restituirla alle viti rendendo possibile la loro coltivazione con risultati sorprendenti, il Domaine Guibertau propone uno Chenin Blanc ed un Cabernet Franc attraverso un approccio naturale e mini invasivo.

È ferragosto, giornata spensierata e divertente come il suo Cabernet Franc Rouge 2017.
La finta austerità, riscontrabile maggiormente nei cru, fa subito largo ad una generosa marasca innervata da una speziatura a tratti balsamica che ricorda il ginepro.
Al palato è corrispondente, il corpo è esile ma con un bel grip sul palato. Chiude agile, con una buona acidità, aggiungendo sensazioni floreali ed amaricanti.


 

MALVASIA 2015 DAMIJAN PODVERSIC

Durante una piacevole serata trascorsa sul lungolago di Malgrate presso il ristorante Da Giovannino, con amici e parenti in vacanza qui in Italia dall'Olanda, è stato bello farsi coccolare dalla rassicurante morbidezza, leggera aromaticità ed intrigante speziatura, accompagnate da una persistente sensazione minerale e di erbe, della Malvasia 2015 di Damijan Podversic.
 

VERGE VIRE-CLESSE 2007

 

Siamo a Virè, chardonnay solo acciaio, naturale, senza solforosa, S.a.i.n.s. Appelation Virè-Clessè Controlèe 2007 annata fredda.
Dritto, minerale, subito al naso metallico, polvere da sparo netta. Acidità agrumata tipo pompelmo a manetta. Estivo, chiude con un accenno di burro di alpeggio come se ti rimanesse sul palato un pò freddo prima di sciogliersi, accompagnato da una sensazione retronasale marittima, iodata. Unica concessione al frutto quando si scalda, escono mela gialla e nespole avvolgenti.
Perfetto con le ostriche al naturale, seguite da spaghetti allo scoglio.

DUE SORSI SEMPLICI MAI BANALI - RE CONTESO E SASSI FRAGA 2018

Due sorsi semplici ed agili, mai banali, accompagnano queste giornate estive da barbeque in campagna sopra al mio Lago di Como. Consigliati proprio per questo tipo di giornate.

- ReConteso 2018 La Felce di Andrea Marchesini. Lunigiana.
Sorso fresco, minerale, frutto rosso succulento, tannino ben integrato. Snello di ottima bevibilità.

- SassiFraga 2018 Le Strie. Valtellina.
Chiavennasca molto varietale. Ad un frutto di bosco accennato si affiancano, note floreali, ma soprattutto una speziatura di erbe di bosco di montagna. La bocca viene asciugata da un tannino teso e ben presente.

Le cose semplici, fatte per bene.


 

GRAVNER RIBOLLA GIALLA 2009

Ribolla gialla di Josko Gravner 2009. Quando l'Italia incontra la Georgia.
Vitigno coltivato ad Oslavia, al confine con la Slovenia.
A lungo macerato sulle bucce dopo una fermentazione spontanea in anfore georgiane di terracotta interrate, senza il controllo della temperatura. Svinato e torchiato, rimane in anfora per 5 mesi per poi affinare in botti di rovere per 6 anni.

Il vino lo ritroviamo nel bicchiere col suo bellissimo colore ambrato senza aver subito chiarifiche e filtrazioni.
Fin dall'olfatto ne intravediamo la giusta complessità, eleganza ed intensità, con sensazioni di pesca, albicocca, corteccia, erbe aromatiche quasi balsamiche che si alternano bel bicchiere. Il palato è corrispondente, più asciutto di altre annate, con una trama tannica evidente, chiude lunghissimo riprendendo una ad una le sensazioni olfattive. Pronto, se atteso ancora può esprimersi oltre.

Esperienza organettica da provare almeno una volta.

 

RODITIS BARRIQUE 2015 KTIMA LIGAS

L'occasione della grigliata che sancisce la fine del corso di 3° livello da me diretto, mi permette di farvi partecipi dell'assaggio del Roditis Barrique 2015 dell'azienda Ktima Ligas di Pella in Macedonia. L'azienda pratica la permacoltura ed i vitigni crescono immersi in completa simbiosi con la natura circostante su terreno calcareo. Dopo la fermentazione in acciaio attraverso i lieviti indigeni il vino viene accompagnato senza alcun intervento fino ad un affinamento di 8 mesi in botti usate dal maestro di Jason Ligas Selosse.
Nel bicchiere si presenta con un colore giallo paglierino dorato intenso e brillante. Vino fin dal naso territoriale, mediterraneo, con fiori bianchi e ritorni salmastri ed erbe aromatiche. Al palato è corrispondente, terribilmente appagante, teso, fine, avvolgente con note fresche e di nespola, profondamente minerale e giustamente sapido, in pieno equilibrio. La territorialità mediterranea Greca magistralmente coniugata con una finezza transalpina. Solo 1800 bottiglie prodotte/anno, se avete l'occasione procuratevene assolutamente una. Best to open dopo 3/4 anni.


CORSO PRIMO LIVELLO - SERATA CONCLUSIVA

 

Serata conclusiva del corso di primo livello targato Il Sole nel Vino

- Champagne Bereche & Fils
Fragrante, panificazione in corso, mela dolce grattuggiata, finale con una buona acidità, chiude decisamente sapido. Ancora giovane, da attendere.

- Buvoli Pinot Nero 10 e mezzo. Sboccatura 2015.
Tutto ciò che si richiede ad un metodo classico lungamente affinato sui lieviti. Poliedrico, spazia da sensazioni di funghi a uvette, dattero, fichi secchi e fragranza da panettone. Chiude leggermente amarognolo. Buona acidità. Esperienziale.

- Sabbia Gialla 2016 Cantina San Biagio Vecchio
Naso floreale intenso di fiori di acacia e gelsomino. Palato corrispondente ma più goloso con ricordi di frutta gialla, giustamente sapido. Ha trovato il suo giusto equilibrio.

- Bolgheri Superiore 2013 Casa di Terra
Di stampo Supertuscan, per gli amanti del genere, molto generoso.
Pur mantenendo l'identità vegetale del cabernet franc, avvolge con un calore alcolico ammorbidente, donando tocchi di cioccolato fondente, liquirizia e china.

JURA LE SAGE VAGNIN 2016 DOMAINE PHILIPPE CHATILLON

Lo Jura che strizza l'occhio alla Borgogna, mantenendo la propria identità rurale e contadina.

Le Sage Vagnin Ouillè 2016 Domaine Philippe Chatillon.

3 ettari tra Arbois e Passenans su marne blu grigiastre. Zero diserbanti, zero chimica, zero solforosa aggiunta, fermentazione da lieviti indigeni.

Incontrato troppo giovane, lo sapevo già e l'assaggio me lo ha confermato, ma avrò la possibilità di incontrarlo tra qualche anno.

Il suo racconto è di giornate spensierate al sole trascorse in piena campagna avvolti dal profumo del fieno già accatastato in essicazione e dai tipici odori rurali. Nelle vicinanze gli spari dei cacciatori restituiscono nell'aria un essenza di polvere da sparo, mentre la griglia di pesce esala un ricordo marino condito da calde spezie orientali.
Nell'intimità del sorso porge il sollievo dalla calura estiva riempiendo il palato di una addizionale sensazione fresca, dissetante, data da una netta e tagliente mineralità e acidità agrumata molto vicina al pompelmo ed al limone, leggermente smussata da un ricordo di pesca noce.


 

ARCHETIPO FIANO 2017

Siamo a Castellaneta non lontano da Altamura. Azienda che fin dagli anni 80 ha convertito la produzione agricola in Biologico e che dal 2000 è in regine biodinamico. Niente chimica in vigna e sviluppo naturale delle fermentazioni in cantina, nessuna filtrazione.
I vitigni coltivati sono Primitivo, Aglianico, Negroamaro, Fiano, Greco Maresco, Marchione e Sussumaniello.
Il Fiano da 6-7 giorni di macerazione sulla bucce e 2 mesi circa di fermentazione a basse temperature. Affinamento in acciaio per 5-6 mesi sulle sue fecce fini nobili.
Appare nel bicchiere color oro antico con riflessi aranciati.
La partenza è sfidante con una volatile che permea e condiziona sia l'approccio olfattivo che la bevuta.
Lo scaraffo appoggiando il decanter su un panno ghiacciato ed attendo una mezzoretta.
Ora inizia a muoversi regalando un naso salmastro e floreale tipo gelsomino. Il palato è corrispondente e chiude con una decisa acidità agrumata rinforzata da una volatile ancora avvertibile.
Ma il suo meglio, pur rimanendo un vino semplice, lo dà dopo un'oretta di decanter, quando si scalda. Volatile sparita. Perchè alle note precedenti si aggiungono quelle varietali di pera e terrose affumicate, avvertibili sia al naso che al palato completandolo e bilanciando la chiusura che rimane iodata con una bella ed integrata acidità agrumata dissetante.
Il vino poi non poteva non finire in un bicchiere Gravner sul balcone davanti al mio lago di Como.


 

RIESLING SPATLESE 2009 WINTRICHER GEIERSLAY di GUNTHER STEINMETZ

Riesling Spatlese sur lie 2009 Wintricher Geierslay di Gunther Steinmetz.

Siamo in Germania nella middle Mosel a sud Di Bernkastel Kues.

Produttore rispettoso delle vigne, zero diserbanti o chimica, fermentazione spontanea in cantina.

Riesling sur lie con fermentazione alcolica completamente svolta, 12 vol, più un trocken spatlese. Ancora giovane.

Fin dal colore giallo paglierino con riflessi dorati, si preannuncia come un vino di luce.
L'attacco al naso è di idrocarburi ma non invadenti che lasciano volentieri spazio a pesca, cedro ed erbe officinali. Il palato è corrispondente con un finale lungo, tagliente dove prevale una spiccata acidità agrumata, ritornano il cedro e le erbe officinali. La beva è altresì pervasa da una netta mineralità tipo sassi bagnati dal fiume.

Riesling integrale, molto territoriale.




RODITIS MACERATION 2016 DOMAIN KTIMA LIGAS

Domain Ktima Ligas in Grecia a Pella.Viticoltore in regime biodinamico, permacoltura. Il suo vino di punta è il Roditis Barrique.

Questo è il Roditis Maceration 2016, un Orange Wine veramente estremo. Hardcore, solo per maggiorenni ed amanti delle birre acide.

L'approccio non è dei più semplici. Per esperienza meglio tenerlo in frigor per due giorni a 6 gradi, poi scaraffarlo per un'oretta e succesivamente rimetterlo in bottiglia rinfrescata. Servire a 10/12 gradi o più in coppe o bicchieri ampi con o senza stelo.

Colore classico da orange wine non filtrato.
Superato l'afflato dovuto ad una volatile che ne costituisce il supporto di acidità necessario, si fanno decisamente largo fiori bianchi, frutta gialla ed una speziatura di pepe bianco. In bocca è corrispondente, poi minerale, sapido, torbato. Chiude con una spiccata acidità agrumata.

Only the brave



 

CHABLIS LES CLOS 2007 DAUVISSAT

Chablis Les Clos 2007 di Dauvissat. Lo chardonnay che viene dal freddo.
Annata dritta, fredda, minerale.
Colore giallo paglierino tendente al dorato. Limpido. Al naso apre con burro d'alpeggio e fiori bianchi con accenni di agrumi, con una vaga sensazione di pepe bianco.
Il palato corrisponde ed è avvolgente ma l'acidità agrumata prevale e pulisce il palato. Lungo, dritto minerale. Chiude in retrolfazione con pompelmo, fiori bianchi e pepe bianco.
Aggiunta postuma: Il giorno dopo. Più equibrato, con una acidità che vira verso una netta mela verde, minerale, una punta leggera di polvere da sparo sul finale. Pai infinita.
Cene sono ancora in cantina e va bene così.

PONTE TOI 2016 STEFANO LEGNANI

Ponte di Toi 2016 di Stefano Legnani. Siamo in provincia di La Spezia, a Sarzana.

Vino bianco da tavola, il varietale è il Vermentino.

Vino naturale non filtrato. Fermentazione spontanea con le bucce per 5 giorni con la sua pied de cuve. Poi separato dalle bucce, pigiato assicurandosi che la fermentazione continui. Infine viene lasciato lavorare spontaneamente fino a Gennaio senza controllo della temperatura. Poi viene svinato senza filtrazione.

È un vino verace, di personalità, va aperto ed attesa almeno un'ora per fare in modo che perda alcune sgrammaticature soprattutto al naso. Lo si gusta meglio partendo da una temperatura di servizio non troppo bassa, per apprezzarne poi l'evoluzione man mano che si scalda.

Il colore è giallo paglierino oro antico. L'olfazione è salmastra, di fieno fermentato ed uva bianca sotto spirito, con incursioni di erbe aromatiche. Al palato è corrispondente, avvolgente, ampio, minerale, sapido. Chiude con una impronta amarognola avvolgendo il palato con il tannino delle bucce e l'uva sotto spirito che ritorna con una retrolfazione ancora di fieno ed un pò alcolica, quasi torbata, con ricordi di erbe aromatiche mediterranee e iodio. Vino integrale, abbinamento regionale.

CHAMPAGNE FRANCIS BOULARD & FILLE ROSE' DE SAIGNEE 2012

 

Questa sera con platessa alla mediterranea e pizza, uno Champagne delle montagne di Reims, rosè de saignèe 2012 di Francis Boulard & Fille. Pinot noir e pinot meunier in parti uguali. Approccio biodinamico in vigna, fermentazione spontanea, 12 ore di macerazione sulle bucce, 3 g/l di zucchero residuo, sboccatura 2018.

Il colore è di un ramato che ti rapisce subito. Bollicine fini e persistenti.
Al naso l'esordio è di una fragranza avvolgente che annuncia una buona cremosità, ma subito si fanno largo sensazioni di uva spina, rosa e leggerissima ossidazione che lo rende intrigante preannunciando un tocco di ferrosità ed ematicità. Palato corrispondente alimentato da una sferzata di acidità e mineralità con un ricordo di lampone e tè. Chiude lungo con una sensazione sapida, minerale e quasi tannica, oserei dire argillosa, amarognola, con una impronta di tè inglese.