


Il suo Primitivo (Es) ed il suo Negroamaro (Jo), sono la ricchezza e dolcezza del frutto e la potenza del sole della Puglia nel bicchiere. Vengono da vitigni vecchissimi, recuperati con passione ed amore per la propria terra. Inoltre, nel corso degli anni, attraverso la valorizzazione del terreno e della macchia mediterranea, Gianfranco è stato capace di dare loro una buona bevibilità nonostante il grado alcolico veramente importante.
Es 2011. Colore rubino scurissimo. Polposo, bel frutto concentrato, dolce con una macchia mediterranea dentro che ti arriva al cuore. Nella versione di questa annata, pur rimanendo su una gradazione alcolica da record ( 16,5 Vol), rivedo di più il vino che si riprende una certa bevibilità con tocchi sapidi e minerali. Lunghissimo. Jo 2011. Più austero, giocato su una ciliegia di spagna, mora, prugna. Emerge anche un tannino timido, note iodate, sapide e minerali.
E veniamo al padiglione delle Vigne, Vignaioli e Terroir, anche oltre il biologico all'insegna del rispetto della natura e dell'uomo, con una rigorosa autodisciplina ispirata anche ai principi della biodinamica.

Di questi vini mi piace sottolineare la capacità di riportare nel bicchiere il giusto compromesso della composizione dei terreni delle colline lucchesi. La marna argillosa e calcarea che apporta potenza e longevità e l'arenaria del macigno Toscano che apporta mineralità e bevibilità. Palistorti Bianco 2012, è composto da vermentino per il 50%, poi Trebbiano e Malvasia per il 25% e Chardonnay e Sauvignon per il restante 25%. Vinificato in acciaiocon solo una parte di Vermentino affinata in barrique. Ha una veste paglierino dorato, leggermente ambrato. Naso da macerazione. In bocca è un pò evoluto e presenta sensazioni di uva bianca sotto spirito e ananas. Chiude con una nota minerale e rifrenscante. Si passa poi ad un altro Bianco del 2010 ed in verità se ho capito bene composto solo da vermentino, Chardonnay e Sauvignon. Vino curioso, solare, un pò atipico. Naso da mollica di pane impregnata di alcol e da una aromaticità data dal sauvignon. Al palato leggermente tannico, con una nota alcolica calda ed addolcente. Ma veniamo ai rossi. Palistorti Rosso 2010, in prevalenza (70%) Sangiovese, Syrah e Merlot per il restante 30%. Rubino carico che poi si arricchisce di una veste porpora, verso un'unghia di impronta Sangiovese. Parte con un naso leggermente feccino, di impronta "bio". Frutta rossa croccante, leggermente speziato. Al palato caldo, frutto svolto ma presente, minerale. Alcol di ritorno.Tenuta di Valgiano rosso 2010, sulla scia del Palistorti questo è un vino più importante. Attraverso frutta rossa seppur matura, note minerali e speziate, il naso esprime una eleganza e finezzadegne di nota. Al palato il frutto si fa più esile, con tannini fini, minerale e con una speziatura di erbe fini in evidenza che lo raffrescano. Se volete fare un'esperienza mistica procuratevi una bottiglia Tenuta di Valgiano rosso 2006.
Ora passiamo a due donne. Tenaci, vigorose, degne vignaiole appartenenti alla propria terra ed ancorate alle proprie tradizioni, ma nel contempo lanciate verso un radioso futuro nel mondo del vino.

Allora iniziamo gli assaggi e proprio come in un percorso partiamo dai vini base che hanno il nome della strada provinciale SP68 e che ci avvicinano alla semplicità ed immediatezza tipica dei contadini.
SP 68 Bianco 2012, fatto con uve Albanello e Moscato d'Alessandria. Vinificato in accciaio. Terreno sabbioso e calcareo. Con i suoi 11,5 Vol, ti accarezza e ti coccola al naso con la dolcezza della frutta bianca accompagnata da leggere note balsamiche. In bocca è più dritto con in evidenza lo zibibbo in versione secca ed è accompagnato da una piacevole sapidità e freschezza.
SP 68 Rosso 2012, è formato da uva Frappato e NeroD'Avola. La sua semplicità ed immediatezza si esprime attraverso un'anima vivace, fresca, fruttata e delicata a tratti sapida all'interno di una scorza austera e rigorosa dettata dalla presenza del Nero D'Avola.
Frappato 2011, come ho già avuto modo di descrivere in passato questo vino è semplicemente vinoso ma elegante, fruttato, fresco e caratterizzato da una inconfondibile speziatura dolce, cannella, chiodi di garofano, scorze di agrumi. Un vino che lascia parlare l'uva ed il territorio. Come un ospite mai invadente ma che se lo ascolti ti colpisce per la sua personalita' semplice, schietta, autentica che ti conquista.
Siccagno 2010, una versione del Nero D'Avola rigoroso, territoriale, che si distacca dall'idea di un vino alcolico, pastoso, concentrato. Il colore è si un rubino molto scuro, ma già all'olfatto, su un substrato di frutta nera, si rivela fresco, elegante con ritorni di sottobosco e macchia mediterranea. Palato che rispecchia l'olfatto con rilasci balsamici. Trama tannica fine, equilibrato e di buona lunghezza.
Grotte Alte 2006, un vino che io amo particolarmente. Amo sentire la lotta, alla ricerca di un equilibrio, tra il Nero D'Avola e il Frappato. Equilibrio e sintesi che in questo vino si manifestano esemplarmente. Si parte dal colore, purpureo, vivace. Si passa poi al naso, fresco, mediterraneo. Il palato è caratterizzato da note di mora e arancia rossa, pieno con un tannino un pò asciugante accompagnato da una acidità rinfrescante.
In enogastronomia è difficile trovare prodotti, semplici, essenziali e nel contempo profondi, credo che Arianna sia sulla buona strada.
Elisabetta Foradori. Decisamente orientata e convertita alla coltivazione dell'uva e produzione dei vini attraverso le tecniche ed il pensiero del metodo biodinamico, si sta facendo largo anche oltre i confini italici. I suoi vini sono di impronta Dolomitica, sia per origine sia per carattere.
Nosiola 2011. Fatta in anfora è un vino cosiddetto orange.Colore paglierino leggero un pò ambrato con unghia carta. Al naso ha un pò di ritrosia ad esprimersi. Arrivano in anticipo sentori pseudo macerativi tipici dei vini orange, poi anche un leggero floreale. Al palato è dritta, marmorea, minerale, avvolta da un alcol appena in evidenza e ancora ritorni floreali ed orange.
Sgarzon 2011. Rubino scuro, violaceo. Naso alcol etereo, frutta rossa. Palato tannico da legno, con un frutto ben bilanciato dall'acidità.
Morei 2011, colore più scuro del precedente. Naso leggermente feccino ma si pulisce bene. Frutto marascato ed alcol in evidenza. frutto pieno polposo con una buona acidità. Tannico con la presenza della permanenza in botte avvertibile e ancora da smaltire.
Granato 2010, bel rubino violaceo. Naso di frutta nera matura, ma anche fresco. Al palato il frutto scuro e polposo è ben sorretto e felicemente contrastato da un tannino da raspo ed una buona acidità.
Granato 2009, rubino violaceo scuro. Naso da frutta nera matura, si avverte il legno, leggermente vanigliato. Bocca corrispondente , morbida con tannino avvolgente. Da attendere.
Sempre e solo vini italiani ? Eh no, un pizzico di Francia ci voleva. E che Francia, Borgogna addirittura nel padiglione del ViViT. Il produttore è Prieure Roch. 2009 annata polposetta, ricca un pò opulenta. In questo produttore mitigata da uno stile ed una interpretazione del Pinot Nero tesa ad esaltarne i fruttini e la mineralità mantenendo una interessante vena di acidità ed estraendo il giusto.
Nuits 1er Cru 2009, è il semplice e più dritto. Frutti di bosco tipo lamponi in evidenza, buona acidità. Fresco, asciutto.
Les Clos des Corves 2009, bel colore da pinot nero, attacco al naso con fragoline e lamponi in evidenza. Palato corrispondente, leggermente polposo con contrappunto minerale ed una acidità a sostegno. Buona lunghezza. Ancora giovane ma di sicure belle speranze.
Clos de Vougeot 2009, più terroso, più morbido con un frutto a fuoco più presente. Bel allungo e buona persistenza.


Ma sto parlando di lui o del suo vino ? Ecco se conosci Roberto conosci anche il suo vino.
Il suo Chianti, a volte un pò esuberante nella presenza alcolica comunque ben domata, è una delle espressioni più a fuoco e più caratteristiche di quel terroir. Radda nel bicchiere.
Chianti classico 2008, colore tipico del sangiovese, naso esuberante con un frutto maturo in evidenza con connotazioni floreali. Bocca appagante, frutto carnoso, ed ingentilita da una buona acidità. Tannino morbido. Un pò di alcol in evidenza.
Chianti classico 2009, questo millesimo ha già tutto di suo per regalare un ottimo prodotto. Qui è stato sufficiente essere artigiani in vigna e spettatori in cantina.Il rispetto di un'annata che ha dato vini col giusto equilibrio tra colore, alcol e frutto quì è esemplare ed ancor di più per la Riserva 2009. Vini succosi, espressivi, gestiti in modo tradizionale con rigorosità e austerità, accompagnati da un tannino presente ma fine. Vino da mettere in cantina, perchè sa e saprà dare emozioni tutte chiantigiane, anzi Raddesi.
Riserva 2007, dal rosso rubino intenso. Annata da frutto aperto, carnoso. Naso fruttato e leggermente legnoso. Al palato frutti di bosco maturi, amarena ed a tratti una speziatura che ricorda la liquirizia di legno. Vino nobilitato da una bella acidità a sostegno della freschezza.
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