Presso
la rassegna di vini naturali di Cerea (Viniveri 2013), finalmente
incontro di persona Nicoletta Bocca, dopo averne apprezzato già i
suoi vini attraverso alcuni assaggi ed esser stato incuriosito dalla
sua personalità durante la visione del documentario “Senza Trucco”
di Giulia Graglia.
Mi
avvicino allo stand ed all'inizio ho l'impressione di trovarmi davanti
ad una persona riservata, che preferisce studiarti, capire chi sei,
prima di aprirsi in modo gentile e sincero tipico di una persona
schietta, capace di farti sentire a tuo agio.
Nicoletta
Bocca ha un background di degustatrice e consumatrice curiosa in ambito
enogastronomico e ad un certo punto questa curiosità non può non
portarla al fatidico passo verso il diventare essa stessa
produttrice, in quel di Dogliani, di dolcetto, barbera, nebbiolo ed
un bianco fuori zona.
Lo
fa con passione dal 1992, anno in cui inizia ad acquisire terre e
vitigni, pregni di storia, da persone ormai troppo anziane per
continuare a coltivarli. Pian piano arriva ad acquisire 12 ettari di
terreni sparsi sulla destra del fiume Rea tra Dogliani e Monforte
d'Alba che ad oggi danno circa 45 mila bottiglie.
Terreni
con memoria storica per dare forza e carattere ai vini. Terreni
selvaggi, di boschi e noccioli, esposti a brezze fresche, ideali per
il Dolcetto.
Durante
il percorso di avvicinamento alla biodinamica, culminato nel 2006, in
vigna la parola chiave del suo lavoro è rispetto. Rispetto per la
natura, derivato dall'esperienza e dall'osservazione dei fenomeni.
Rispetto per la pianta che, come un individuo, si esprime attraverso
le relazioni con le altre piante, il terreno e lo spazio. Rispetto
per l'uomo dato da una agricoltura che deve saper osservare questi
rapporti senza trascurare il portato dell'esperienza del passato e
delle tradizioni.
Nicoletta riversa nel lavoro in vigna i valori che le appartengono,
attenzione, amore, onestà ed impegno morale, poichè ogni errore in
vigna lo si paga poi in cantina.
Dopo
una vendemmia manuale, l'uva viene conferita in cantina tramite
cassettine da 20 chili. La vinificazione in tini di legno è lenta e
spontanea senza il controllo della temperatura e l'aggiunta di
lieviti selezionati. Viene ricercata la malolattica eventualmente
solo attraverso il controllo della temperatura. L'affinamento, di
durata variabile a seconda del vino, avviene in botti di differenti
dimensioni ed il vino viene mantenuto a contatto con le sue fecce
fini fatte risalire tramite batonnage. Il vino puo' subire una
leggera chiarifica prima di essere imbottigliato dove riposa per
circa un anno.
Il
senso dei vini di San Fereolo è quello di trasferire personalità,
consistenza, tenuta, eleganza e schiettezza attraverso la dedizione
al lavoro ed il carattere di Nicoletta.
Sanno
essere potenti ma non arroganti, viene ricercata la complessità
degli odori oltre i profumi primari. Possono risultare chiusi,
scontrosi e scostanti, ma se attesi sia lungo la beva che fatti
invecchiare, diventano complessi, durevoli, schietti e veri proprio
come Nicoletta.
Verticale
San Fereolo
Dolcetto
100% da vigne vecchie dai 40 ai 70 anni. Allevato a Guyot, con una
densità di impianto massima di 5000 ceppi per ettaro. I terreni
prevalentemente calcarei, con una altitudine dai 400 ai 500 metri ed
una esposizione a sud, da est a ovest, sono tutti collocabili nel
comune di Dogliani con presenza prevalente nelle zone di Valdibà e
Valdiberti. Questi terreni tendono a restituire vini tannici e
strutturati.
Lasciate
quindi ogni pregiudizio che vuole il Dolcetto esprimersi come un vino
semplice, fruttato ed immediato. La cura in vigna e l'attenzione in
cantina, mai invasive, sono finalizzate per esaltare caratteri di
austerità, finezza e complessità. In lotta continua tra un tannino
presente e la delicatezza del frutto, a tratti con sfumature
floreali, è capace di sorprenderci sempre con una tenuta nel tempo
che ne fa un vino da invecchiamento capace di restituirci emozioni
cangianti.
2009
Vino
giovanissimo, ancora chiuso, prevalgono una acidità ed un tannino
ancora da domare. Più giocato su note sapide, speziate e terrose in
attesa dell' ”esplosione” del frutto. Attendere ... prego.
2008
Naso
leggermente stallatico, un pò vinoso. Improntato su un bel frutto
nero maturo. Leggermente speziato con ritorni rinfrescanti e di
tabacco.Tannino presente, non ancora svolto ma integrato dal frutto.
2006
(prima annata bio)
Naso
leggermente vinoso, dominato da un frutto rosso con evidenti ritorni
floreali. Palato corrispondente, tannico. Maturo, polposo, solare con
un residuo zuccherino che si avverte. Intenso, persistente. L'anima
bio traccia una corrispondenza diretta con l'annata. Comunque
piaciuto.
2005
Più
maturo , frutto nero in evidenza, sanguigno. Bocca equilibrata, non
eccessiva. Sostenuto da una buona acidità.
2004
Naso
meno aperto, ma elegante, giocato su un frutto rosso di bosco in
confettura ma fresco, fiori passi. Palato corrispondente, fresco,
sapido. Un vino ricco ma che riesce a distingursi per eleganza e
finezza tirando fuori anche un carattere di mineralità che ne
completa le caratteristiche. Una annata dalle medesime
caratteristiche della 2004 in Toscana. Chapeau !
2003
Vino
dominato una bocca calda, vinoso, leggermente speziato. Presenta
segni evolutivi dettati da una frutta matura, macerata. Salvato da
tratti di sapidità e freschezza rinfrescanti. Alcolico, non
particolarmente lungo.
2001
Atteso
il giusto, ecco quello che un dolcetto può dare. Vino potente, ricco
ma elegante e con tratti di finezza emozionanti. Il frutto nero e la
ciliegia sono ben rinfrescati da una bella nota balsamica. Bocca
corrispondente, dritta, minerale, di corpo esile. Tannini integrati,
ottima bevibilita', lungo. Chapeau !!
Austri
2001
Tratteggio
anche le sensazioni di questa Barbera che mi è parsa classica e
particolarmente centrata.
Reticente
al naso con sensazioni più verso il cacao e la liquirizia. Al palato
un tannino laterale avvolgente e morbido accompagna bene un frutto
centrale croccante. Pronta ma insospettabilmente ancora fresca.
Piaciuta.
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