
Vado a trovare un'azienda che da un bel po' di tempo volevo approcciare ma per un motivo o per l'altro non ho mai potuto testare. Si tratta dell'azienda Ronco del gelso.
Ed ho fatto bene, assaggio il Latimis 2012, si tratta di un uvaggio composto da Riesling, Pinot Bianco e Traminer, vinificato in acciaio. Il naso non e' urlato, ma lieve quasi leggero dove si distinguono nettamente, frutta bianca in alternanza con sbuffi aromatici. Al palato l'entrata è dolce, polposa, ma fresca e quindi non stucchevole. Retrogusto fragrante di mela, persistenza lunghissima.Alcol (13,5 Vol) sapientemente domato.

Bella linea, vino stilisticamente ben fatto, un prodotto continuo, adatto a ristoranti classici e importanti.


Dove per prima cosa mi soffermo presso lo stand del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano ed assaggio la Vernaccia dell'azienda Montenidoli.
Vernaccia Fiore 2010, da mosto fiore. Vino elegante, fine. Sosta a lungo sulle fecce fini. Giallo paglierino dai riflessi verdognoli. naso piu' floreale, erbe fini, fieno. Bocca piena, rotonda con frutto aperto di frutta bianca. Vernaccia Tradizionale 2010, da macerazione lunga prima della fermentazione. Colore giallo paglierino intenso, quasi dorato. Naso tipico del vino ottenuto da macerazioni lunghe, anche se un po' restio. Bocca non gridata, con una verve di acidità interessante. Bottiglia ancora in divenire. Vernaccia Carato 2008. E' ottenuta da uva ricca di estratti ed il vino è stato fatto affinare in legno per 12 mesi. Vino predisposto per un lungo invecchiamento. Paglierino carico, limpido. Naso un po' piu' evoluto. Bocca dolce, avvolgente polposa e fruttata. Anche questa ancora in divenire.
Infine assaggio la Vernaccia San Quirico, Isabella Riserva 2006. Colore giallo paglierino pieno, dorato, limpido, brillante. Naso un po' vanigliato, etereo, leggermente torbato, con rimandi di anice e menta. Palato giocato su componenti minerali, con una discreta acidità. Apprezzo molto come invecchiano le Vernacce, poichè, anche se con un po' meno di spinta acida, assomigliano alla impostazione che hanno i migliori chablis.

Monteraponi, azienda di Michele Braganti, che sto imparando ad apprezzare anche come persona. E' una delle aziende di Radda in Chianti che fanno della tipicita' e precisione la nota distintiva della loro produzione. Pochi altri (Montevertine, Valle delle corti, Le Bonce, Castell'in Villa) fanno un Chianti così tipico e rappresentativo anche se ognuno con la propria impronta.
Il chianti classico 2010 mostra il lato debole di questa annata e lo relego tra i chianti base senza infamia e senza lode. Anonimo. Ma veniamo alle soddisfazioni, e che soddisfazioni ! Campitello Riserva 2009. Colore rubino leggermente mattonato, naso complesso, fruttato, speziato, tabacco e leggero tocco floreale. Bocca calda, avvolgente ma rinfrescata da una bella spidità e da un tenore alcolico contenuto. Baron Ugo Riserva 2009. Fatto per 80% con l'uva proveniente dalle vigne vecchie. Anche qui un rubino leggermente mattonato. Al naso questo vino ti porta subito a contatto con la terra del Chianti, frutto rosso aperto, humus, foglie secche, sottobosco, viole. Al palato è corrispondente, non aggressivo dal tenore alcolico attenuato, sapido, equilibrato, ampio, complesso. Chapeau !!!!!! Veramente un bel Chianti.
Entriamo nella zona dei vini del consorzio del Brunello di Montalcino.
Qui il numero di aziende vinicole da voler approcciare è elevato e si impone una scelta, che sarà dettata dal cuore ( produttori amici ) e dalla curiosità ( produttori sconosciuti ).


Proseguiamo con un'altra azienda molto interessante, condotta dal giovane e bravo Riccardo Campinoti, Le Ragnaie.
Chianti Colli senesi 2011. Normalmente scarico e giocato più sull'eleganza e la finezza, vedi la 2009, per questa annata l'ho trovato più carico, fruttato e con un alcol più in evidenza.
Ora il rosso ed il brunello base, semplici ma mai banali, territoriali e di facile beva.
Rosso di Montalcino 2011. Morbido, fruttato, leggermente speziato, alloro. Chiude con un tannino ben presente e tracce di china. Alcol etreo.
Brunello di Montalcino 2008. Si caratterizza come fruttato, caldo, terroso, speziato, con un tannino giustamente estratto. Sollevato da una leggera acidità agrumata e ricordi di radici. Alcol etreo.
Brunello di Montalcino V.V. 2008 e Brunello di Montalcino Fornace 2008. Questi due straordinari brunelli, territoriali, sono emblematici per le differenze date dal terreno e microclima da cui provengono. In questa annata gli ho preferito il Fornace, bilancia meglio l'estrazione e il calore con un allungo più sapido, minerale.Mentre il V.V. 2007 era semplicemente splendido.


Rosso di Montalcino 2011. Colore brillante, bel frutto maturo ma croccante, presenza alcolica leggermente disturbante. Bocca matura, corrispondente, si avverte l'alcol che scalda, alleggerita da mineralità e freschezza.
Brunello di Montalcino 2008. Anche se ancora giovane, la presenza del frutto, l'impronta alcolica importante, sono ben bilanciati da una mineralità, florealità e freschezza che lasciano intravedere una rosea evoluzione.
Brunello di Montalcino Riserva 2006. Colore rubino profondo. Naso austero, intenso. Attraverso un frutto marascato fa capolino il cuoio. Al palato il frutto retto da una buona vena di acidità si accompagna con note minerali e balsamiche. Il tannino è ancora in evidenza ma che si sta sempre più integrando. Giustamente lungo. Buon Brunello.
TO BE CONTINUED ...
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