

La Regola riassume in se i dettami di comportamento da applicare alle attivitè in vigna ed in cantina, ispirata dal principio di naturalità nel rispetto della terra, dell'ambiente e dell'uomo.
Nel capannone espositivo di Cerea, si respira un'aria rustica, contadina, famigliare e ci si sente subito a proprio agio. E' grande, luminoso e gli spazi espositivi ben strutturati, permettendo una corretta fruizione della degustazione e rapporto con il vignaiolo.
Con tutti i limiti delle condizioni di assaggio di una rassegna fortemente rappresentativa ma giocoforza massiva, è stato possibile individuare, a mio modesto avviso, alcuni vigneron, anche amici, degni di segnalazione e di approfondimento.


Passiamo ora a Zidarich, i suoi vini stilisticamente macerativi, hanno tutti una impostazione che parte dal colore giallo leggermente dorato e velato fino ad arrivare ai sentori macerativi con un alcol glicolico in evidenza.
Ho apprezzato maggiormente la malvasia 2010 con un naso fruttato ma fresco a tratti floreale e salmastro con accenni di erbe fini e secche ed una bocca morbida di frutta e uva bianca, anche se devo dire la Vitosvka 2009 aveva un naso splendido.


Giovanna Morganti, Podere le Bonce. Da anni in quel di Castelnuovo di Berardenga fa un Chianti esemplare, territoriale, genuino, solare con un alcol ben domato dalle componenti dure compreso un tannino asciugante che si addomestica col tempo aiutando, assieme all'alcol, la longevità. Ho potuto apprezzare il chianti Le Trame 2010. Naso leggermente disturbato da un ritorno un po' di feccino, ma che si è fatto apprezzare per la fragranza del frutto. Un palato ancora giovane, segnato da un tannino asciugante, è però piacevole. Il frutto croccante, fresco, assieme ad una semplicità e linearità esemplari, domano l'alcol e gli danno una bella bevibilità.


Impossibile non fermarsi da Stefano Amerighi e non provare il suo Syrah 2010 da Magnum con una bella ciliegia croccante in evidenza ed una leggera ed intrigante speziatura. Alcol e morbidezza giocano ancora un ruolo prevalente, ma è un purosangue nel suo genere che di anno in anno viene sempre più "raddrizzato".


Infine ecco la sosta presso due Barolo di sicuro rilievo ed eccellenza, di Cappellano e Rinaldi.
La serie di Rinaldi dal Nebbiolo 2011 al Barolo Brunate 2009 mi ha dato l'impressione di vini belli, precisi, puliti, già leggibili e fruibili, ma come se fossero stati stilizzati. Piu' rustico, tradizionalista invece mi è parso il Barolo 2008 di Cappellano.
Nessun commento:
Posta un commento