Torna subito in mente l'incipit del romanzo I Promessi Sposi del Manzoni, ammirando il paesaggio lungo le sponde del fiume Adda che fa da cornice alla prima rassegna di vini naturali e di territorio Io Bevo Così.
L'antico Monastero del Lavello a Clolziocorte ha ospitato circa 100 vignaioli che hanno proposto in assaggio oltre 300 vini (qui la lista) per una kermesse che ha soddisfatto anche i palati più esigenti attraverso stand gastronomici di elevata qualità e la cucina Slow Cocking impreziosita dalla presenza dello chef stellato Stefano Masanti. Durante la manifestazione si sono svolti anche due laboratori di degustazione di olio e di abbinamento vino e cioccolato.
Ma andiamo con ordine. Chi sono Luca dell'Orto (Chef del Ristorante San Gerolamo), Andrea Sala (azienda That's Wine distributrice di vini naturali,biodinamici) ed Andrea Pesce (enoteca, wine bar "Vini e Più" di Cantù) ?
Tre giovani coraggiosi imprenditori accomunati dalla passione per una enogastronomia sana e naturale, che si sono uniti con l'intento di diffondere una idea di gusto non convenzionale attraverso la neonata associazione "Io bevo così".
La loro temerarietà ha avuto una ulteriore controprova nel fatto di aver scelto il loro territorio, non facile e non avvezzo a questo tipo di manifestazioni, come sede per la prima edizione di questa kermesse.
Dunque l'evento Io Bevo Così nasce in sordina sulle sponde dell'Adda, accompagnato da un clima incredulo ed anche un pò scettico, ma sostenuto dalla tenacia, forza morale e voglia di crederci di questi tre giovani imprenditori che hanno avuto il coraggio di affrontare dubbi, incertezze e paure, presentando ad un pubblico nuovo, una rassegna di tutto rispetto, non esente da qualche errore di gioventù ma certamente migliore di altre anche più rodate.
Il risultato finale è stato certamente un successo, in termini di attenzione per l'evento, qualità dei visitatori ed afflusso che ha superato i 1000 ingressi.
Dunque ragazzi, Avanti ... Così, perchè sentiremo ancora parlare di voi ed è certo che Io Bevo Così saprà ritagliarsi lo spazio che merita all'interno delle manifestazioni nazionali di settore.
Aggirandoci nei giardini, chiostri e balconate del monastero, come al solito vogliamo farvi partecipi dei nostri migliori sorsi naturali, sempre alla ricerca di aziende giovani e a noi "sconosciute". Possiamo subito dire che abbiamo incontrato vignaioli giovani ed entusiasti del loro lavoro, la cui passione si riversa automaticamente nei loro vini.
Oltre alle bollicine consolidate di Cà del Vent, Casa Caterina e al prosecco di Frozza; la nostra attenzione e palato sono stati rapiti dallo Spumante sur lie da Fiano in purezza realizzato da Casebianche.
Presa di spuma in bottiglia ottenuta attraverso l'aggiunta dello stesso mosto. Classica bottiglia con tappo a corona. Colore giallo intenso leggermente intorbidito dalla presenza dei lieviti. Naso schietto, agrumato, nette le sensazioni di pompelmo, mela verde e a tratti salmastre. Palato corrispondente, dritto, dissetante, sapido. Vino spensierato, con una acidità sorprendente, aggressiva, capace di trascinarvi in una beva compulsiva. Happy Hour arcaico.
Per quanto riguarda i vini rosati, impossibile non evidenziare quello dell'azienda Graci, degno dei miglior Bandol. Etna Rosato 2013 da uve Nerello Mascalese, è il nuovo nato per questa azienda e ne vengono prodotte poche bottiglie. Vino elegante, suadente nei fruttini con una buona spalla minerale.
Suadente.
I bianchi ancestrali senza compromessi, di Gilles e Ctherine Vergè sono una tappa obbligata.
5 ettari di Chardonnay in terreni calcareo argillosi in quel di Virè. Gestione biodinamica in vigna e senza solfiti aggiunti in cantina. La AOC Virè-Clesse è di recente costituzione con data 1999 e prevede come vitigni solo lo Chardonnay. Le vigne di Gilles e Catherine vanno da 75 a 120 anni di età. I vini hanno necessità di aprirsi ed appartengono a quella categoria di vini vivi che cambiano durante la beva stessa. Danno il loro meglio una volta che nel bicchiere si puliscono da note ossidative iniziali. La mineralità è la spina dorsale di questi vini che assieme alla acidità contrasta esemplarmente incursioni di frutta bianca e ginestra. Il loro meglio lo danno dopo un'ora dall'apertura. Diventano più fini, minerali, sapidi ed agrumati. Piaciuto il Vielles Vignes sia 2008 che 2009.
Chardonnay senza compromessi.
Ora siamo sulla balconata del monastero ed incontriamo i vini di Tommaso Gallina, azienda Fato nel Monferrato e precisamente a Castelletto Merli. I vitigni affrontati da questa azienda sono la Barbera, il Grignolino, la Freisa, il Cortese e l' Arnais. La filosofia è chiara. Solo lieviti autoctoni, solo fermentazione spontanea, nessun intervento di modifica al mosto, nessuna filtrazione. Ci ha colpito una Barbera rustica, viscerale, potente, autentica ed il vino ancestrale stile Orange da uva Cortese, imbottigliato quando è ancora in fermentazione.
Stoico.
Rimanendo in Piemonte hanno catturato la nostra attenzione i vini dell'azienda Stella di Castiglione d'Asti.
Vini ben fatti, territoriali. Ottimi la Barbera ed il Grignolino.
Affidabilità ed aderenza al territorio.
Sempre in Piemonte è da sottolineare il coraggio dell'azienda Segni di Langa nel proporre un Pinot Nero semplice, elegante, mai banale.
Da seguire.
Della Toscana sempre sugli scudi Porta di Vertine, Pacina, Pietroso, ma ancora una volta vogliamo sottolineare un'azienda a noi sconosciuta che ci ha incuriosito e favorevolmente atratto.
Si tratta dell'azienda Podere Luisa in quel di Montevarchi, Arezzo.Viscerale, territoriale, espressione della filosofia contadina dell'azienda il Chianti nella versione base e riserva 2010.
Contadino.
La valtellina ben rappresentata, meritano una sottolineatura i vini di Barbacan, Buzzetti, Mozzi, Boffalora, Dirupi, ottima la riserva 2010, croccante e leggermente balsamica. La 2011 annata calda, un pò sottotono. Grande per finezza ed eleganza Ultimi Raggi 2006 per Ar.Pe.Pe con una intrigante nota di zucchero a velo.
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