Alessandra e Carlo hanno abbandonato un lavoro "sicuro" per dedicarsi completamente a questa terra, recuperando il territorio, creando le "marogne", salvaguardando la natura, sicuri di avere tra le mani una terra viva dalla quale trarre soddisfazioni per chi sa vivere della gioia delle piccole cose a contatto con la natura.
Arriviamo quindi presso Monte dall'Ora e veniamo accolti da Alessandra, i suoi tre figli e da Stella, il cane di famiglia. Alessandra è una persona gentile, mite, la cui sensibilità è data dalle piccole cose, come quella di offrirci subito un bel bicchier d'acqua rinfrescante dato il viaggio e la calura ormai estiva della giornata. Ci sentiamo subito a nostro agio e siamo pronti per iniziare la visita, partendo dai vigneti e dalle piantagioni di ulivi e ciliegi.
Mentre scendiamo verso il vigneto Alessandra ci dice che all'inizio della loro attività si sono trovati davanti una terra selvatica, piena di rovi ed alberi, dovuta ad anni di abbandono. La forza di recuperare e salvaguardare questo territorio è scaturita dalla certezza di avere tra le mani una terra vitale, ricca di humus e microrganismi adatta per impiantare anche le vecchie varietà di uve (i.e. Oseleta e Dindarella) dimenticate coltivandole nel rispetto del loro ciclo vitale.
Il patrimonio microbiologico naturale è la vera ricchezza della nostra terra, continua Alessandra, di conseguenza le viti, gli ulivi ed i ciliegi crescono in un giardino naturale dove si è sviluppato un microcosmo fatto di specie vegetali originali, erbe spontanee ed insetti che contribuiscono a rendere equilibrato e vivo il terreno.
Durante il nostro cammino ci incontriamo a tratti anche piante di lavanda. Ci spiega Alessandra, che la presenza di piante aromatiche che attirano con la loro fioritura le api e le semine di cereali durante l'inverno che smuovono ed arieggiano il terreno, svolgono l'importante funzione di creare fioriture lunghe e variegate utili agli insetti e, una volta giunte a maturazione, danno un effetto pacciamante al suolo, garantendo umidità durante l'estate.
Giungiamo finalmente lungo i terrazzamenti, siamo immersi nel vigneto, con la coltivazione della Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara ed Oseleta tutta a pergola veronese.
Alessandra continua la sua spiegazione descrivendoci la favorevole esposizione dei terreni verso sud-est e la benefica ventilazione di cui si avvantaggiano. Il terreno è di tipo calcareo, arenitico con saltuarie incursioni argillose ed ha un buon scheletro. E' un tipo di terreno friabile che drena l'acqua in eccesso, ma che è anche capace di tenere l'umidità necessaria alle radici, che scendendo in profondità e vanno ad estrarre le sostanze minerali utili.
La scelta della pergola veronese è dovuta alla tradizione, ma è anche la soluzione più vantaggiosa per la tipologia dei vitigni, soprattutto per la Corvina che viene così difesa dalla calura estiva. La lotta in vigna è basata sul trattamento delle piante con prodotti naturali senza l'introduzione di pesticidi, diserbanti o concimi chimici. L'unico trattamento in vigna viene effettuato col gluconato di rame e zolfo di miniera. L'applicazione graduale poi, ancora in corso, dei dettami della biodinamica è stata la naturale evoluzione del pensiero che la natura deve trovare il suo proprio equilibrio e le proprie autodifese, garantendo benessere e salute a tutto il microcosmo di cui l'uomo fruisce.
Continuiamo il nostro cammino addentrandoci nella parte della coltivazione dei ciliegi. L'ambiente è molto suggestivo perchè è il periodo della raccolta delle ciliegie e siamo quindi circondati dagli alberi in frutto da cui non disdegnamo servirci per assaggiare questo prelibato frutto. Alla fine di questo percorso incontriamo Carlo e da ora in poi sarà lui la nostra guida.
Risalendo dai terrazzamenti verso la cantina ci spiega che i vini prodotti vengono tutti da questi terrazzamenti, tranne il Valpolicella Superiore che viene da una vigna a parte, sulle colline sopra San Pietro in Cariano, denominata Camporenzo da cui prende il nome il vino.
Giungiamo finalmente alla cantina, luogo dove Carlo inizia la spiegazione dello svolgimento dei lavori post vendemmiali. L'uva conferita è per la maggior parte Corvina, Corvinona e Molinara con inserzioni di Oseleta e Dindarella in percentuali non superiori al 10%.
Le uve destinate al Valpolicella e quelle provenineti dalla vigna Camporenzo del Valpolicella Superiore, vengono vinificate con pressatura soffice e fermentazione spontanea dai lieviti indigeni, in tini di acciaio, della stessa tipologia di quelli che si utilizzano per i vini bianchi. Poi la vinificazione, per il Valpolicella, viene completatata solo in acciaio con un affinamento di 5 mesi, mentre il Superiore fa un periodo di affinamento di 4 mesi in legno di secondo/terzo passaggio ed ulteriore affinamento in bottilglia. Un uso estremamente controllato ed attento della solforosa permette di restare non sopra i 60 mg/l.
Dopo una attenta cernita dell'uva e 4/5 mesi di appassimento nel fruttaio ben areato, durante il mese di Gennaio, la vinificazione dell'Amarone avviene in 10 tini tronco conici di legno da 10hl, per seguire meglio l'andamento delle varie parcelle e per permettere una macerazione lenta e sufficientemente micro ossigenata. L'uva appasita viene conferita in questi tini. Dopo una macerazione a freddo di circa 10 giorni, parte una lenta fermentazione spontanea del mosto pigiato soffice con i piedi, che dura 30 giorni, trattata solo con follature manuali. Segue un affinamento in botte grande di rovere per 48 mesi ed un periodo di 12 mesi in bottiglia. Anche qui un utilizzo attento e parsimonioso della solforosa permette di restare sotto i 50 mg/l.
Il Recioto viene vinificato con criomacerazione e fermentazione spontanea per 20/30 giorni, con il controllo della temperatura e movimentazione della massa. Durante questo periodo si tiene sotto controllo, attraverso degli assaggi e test, il tenore zuccherino e l'alcol. Subisce un affinamento per 12 mesi in piccole botti di rovere ed un periodo in bottiglia di un anno.
Il Ripasso viene ottenuto con l'omologa tecnica, utilizzando il Valpolicella, non sulle vinacce esauste dell'Amarone ma bensì su quelle del Recioto. Più ricche e vitali.
Finalmente giunge il momento di assaggiare i vini, ben accompagnati da affettati misti e formaggi locali. I vini assaggiati posseggono tutti una loro identità, rappresentano fedelmente il terroir di appartenenza e possono essere classificati tra i migliori vini naturali e territoriali della Valpolicella Classica. Rimanendo ben sotto la pericolosa asticella di eccessiva morbidezza e fruttosità al limite dello stucchevole, che caratterizza parecchi vini di questa denominazione, si esprimono, già fin dal colore, su livelli di finezza ed eleganza assoluti.
Saseti 2012 – Valpolicella Classico D.O.C
Si accomoda nel bicchiere velocemente, riempendolo di un rubino che subito si fa chiaro graduando fino a sfumature rosate, accompagnato da lievi riflessi violacei. Il naso parte leggermente etereo, si caratterizza subito per la piacevole carezza di ciliegia e fruttini ( lampone), già prefigurando una freschezza quasi balsamica al palato che arriva puntuale. L'ingresso è morbido, il tannino si dispone lateralmente rispetto ad un frutto centrale corrispondente col naso. Chiude con un ritorno balsamico ed una buona acidità. Un vino semplice, ma non banale, che ci regala subito una Valpolicella fine, elegante, discreta, non invadente, che ci incuriosisce. E se il buongiorno si vede dal mattino ... ad osare di più.
Camporenzo 2010 - Valpolicella Classico Superiore D.O.C
Si caratterizza con un rubino più scuro ma limpido, quiì il colore è meno graduato e l'unghia si disegna più netta portando con sè sfumature violacee. Il naso presenta una ciliegia croccante, con una netta speziatura di chiodi di garofano. Il palato è corrispondente con un tannino asciugante che avvolge la bocca. Mediamente lungo, chiude lasciando la sensazione che il frutto ed il legno debbano ancora trovare il giusto equilibrio. Le uve vengono da un allevamento che è sotto i 10 anni, la strada è quella giusta. Tra un paio di vendemmie mi aspetto che questo equilibrio giunga a compimento. Di prospettiva.
Saustò 2009 - RipassoSi presenta con un colore rubino intenso, netto, con un unghia corta tendente al granato. Olfatto sfaccettato, che parte con sentori di uva passa, leggera ciliegia sotto spirito e prugna per poi arrivare fino a sfumature floreali e leggermente balsamiche passando attraverso una sensazione di erba bagnata e una netta grafite. Il palato è all'altezza dell'olfatto. Inizia con una entrata solenne, morbida, alcolica, sostenuta da una buona sapidità e mineralità. La beva è resa ancora più piacevole da una chiusura, potente, fruttata e leggermente verde, rinfrescante, che ne evidenzia una buona acidità. Uno dei migliori Ripasso mai provati. Chapeau ! BEST TASTE
Amarone 2008 Classico della Valpolicella D.O.C (15.5 vol)
Partendo da un rubino scuro, intenso, ma bello limpido, è costruito tutto su una ciliegia sotto spirito ed un alcol che gli regalano una buona morbidezza. A contrasto, non ancora risolto, vi è un tannino da nocciolo di ciliegia ed una componente erbacea, balsamica, rinfrescante. Piacevole la appena accennata sensazione di speziatura pepata. Un amarone giovane che va atteso, ma che in chiusura denota grandissime potenzialità per una evoluzione di sentori terziari in prospettiva giocati sul tabacco, cioccolato e spezie e balsamicità. In evoluzione, da bere tre qualche anno. Troppo giovane. Peccato non essere riusciti ad assaggiarne uno più vecchio.
Stropa 2006 Amarone Classico della Valpolicella D.O.C (16.5 vol)
Questo è un Amarone che viene da uve selezionate di vitigni vecchi di età non inferiore ai 50/70 anni. Il colore è simile a quello dell'Amarone base. Parte con un naso un po' etereo che ne mette in evidenza tutta la portata alcolica. Poi si assesta ed iniziano le danze. Il naso ti rapisce come un ballo che dapprima è lento e poi man mano ti cattura e non vorresti più smettere di ballare. Dall'uva passa, ti porta verso la ciliegia sotto spirito, la prugna, humus, per poi impreziosire il frutto con sentori balsamici, speziati tipo pepe e di liquirizia. Il palato regge magistralmente la danza. La bocca viene avvolta da una entrata densa, morbida, ottimamente sostenuta da una complessità che richiama ad una ad una le sensazioni dell'olfatto. Nonostante i 16.5 vol la bevibilità è garantita da un'ottimo contrasto delle componenti dure del tannino e della sapidità. Pai lunghissima. Chapeau !!!! BEST TASTE
Sant'Ulderico 2008 Recioto Classico della Valpolicella D.O.C
Un Recioto che dal colore rubino scuro, intenso, fino all'olfatto caratterizzato da prugna, frutta rossa e di bosco matura si presenta come ben fatto e tradizionale. La differenza la fa il palato, corrispondente ma con una chiusura e lunghezza esemplarmente complessa che non lo rende per niente stucchevole. Attraverso il tannino ed una buona sapidità lascia la bocca asciutta, attraversata da un'ottima Pai. Veramente un bel Recioto.
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