martedì 21 maggio 2013

COLLECAPRETTA - LA DIGNITA' DI UNA FAMIGLIA, L'IDENTITA' DI UN VINO

Nello Spoletino in Località Terzo la Pieve, Vittorio ed Anna Mattioli conducono questa azienda degna dell'attenzione di enogastronauti come il sottoscritto.
Da tre generazioni la vita di questa famiglia è imperniata sui prodotti che l'azienda agricola produce partendo dai propri animali, grano, cereali, ulivi e soprattutto vigne.
Solo l'amore per la terra, per i frutti che può dare e il forte radicamento alle tradizioni permette a questa piccola realtà di resistere e di superare ostacoli sopportando sacrifici.
Le motivazioni che inducono questa piccola azienda agricola a resistere sono tra le più nobili.
Far bene il proprio lavoro nel rispetto della natura, vivendo con dignità.
Queste motivazioni non possono che portare ad un approccio naturalistico nella realizzazione dei prodotti. Per quanto riguarda il vino vi è una attenzione particolare  a ridurre al minimo gli interventi in vigna, lavorando poi l'uva in cantina assecondando la tradizione con vinificazioni spontanee, nessun controllo delle temperature, travasi senza nessuna filtrazione, solforosa minima e solo in caso di necessità, tini e contenitori di cemento vetrificato, vetroresina ed acciaio, illimpidimento sfruttando il rigore dell'inverno,  imbottigliamento a mano, dando tutto il tempo ai vini di crescere prima di commercializzarli.
Tutto questo si traduce in una azione costante nel voler esaltare l'identità di ogni singolo vino.
Per la scelta dei vigneti è stata la tradizione e la storia a dettare l'agenda. Quindi la fanno da padrone i vitigni locali, quali il Trebbiano Spoletino ed il Sangiovese.

Di seguito gli assaggi che ho avuto occasione di compiere ultimamente, anche presso la manifestazione Viniveri a Cerea lo scorso Aprile, tutti inerenti all'annata corrente.

Vigna Vecchia (Trebbiano Spoletino)
La veste è giallo paglierino chiaro leggermente dorato con riflessi verdognoli. Unghia carta. Naso reticente con note floreali e di frutta bianca, palato corrispondente con un buon allungo per acidità e mineralità ancora però in divenire . Chiusura su ritorni leggermente vegetali. Trebbiano di carattere ma ancora troppo giovane.

Terra dei preti (Trebbiano Spoletino)
Qui il vestito si fa più dorato e leggermente ambrato, con riflessi verdognoli che ne tradiscono la gioventù.
Naso tipico di un bianco macerativo. La macerazione sulle bucce conferisce a questo vino una caratterizzazione complessa, che va dalla frutta bianca alla nespola; dai fiori bianchi a una nota dolce; sorretto comunque da una discreta acidità e buona mineralità. Lungo,con pennellate di macchia mediterranea, non esente da derive rustiche, "bio", ma non disturbanti.
Trebbiano che esprime al meglio l'attitudine alle lunghe fermentazioni regalando complessità e rusticità attraverso la ricchezza della spessa buccia. Non può che migliorare col tempo. Mi sbilancio ... sulla falsariga di quello di Valentini. BEST TASTE

Rosato (Ciliegiolo)
Colore rosato leggero, unghia corta. Naso leggero di fiori bagnati. In bocca di poco corpo, anche se fornisce una sensazione tattile leggermente viscosa. Sorprende un buon ritorno floreale dove viene fuori il ciliegiolo con sensazioni di terra ed una leggera speziatura.

Lautizio (Ciliegiolo)
Colore viola ciclamino, naso vinoso, con sbuffi di frutta rossa e viole, ricordi di terra bagnata delle cantine. Bocca corrispondente che chiude con una sensazione di nocciolo della ciliegia ed una lieve speziatura. Si lascia bere volentieri. Classico vino rustico, contadino.


Il Burbero (Sangiovese 80%, Ciliegiolo 10% e Merlot 10%)
Veste di color rubino scuro, unghia corta. Al naso prevale subito il frutto rosso maturo. Bocca morbida, marascata, dove le componenti dure del Sangiovese si esprimono solo con un tannino laterale asciugante e poca acidità. L'allungo è più complesso con ritorni di frutta secca, fiori passi e spezie dolci.. Il motivo è presto svelato. Questo è un vino ottenuto da una leggera surmaturazione occasionale delle uve preferendo così fornire sensazioni vellutate ancestrali ed antiche.

Le cese (Sangiovese)
Classico colore del sangiovese. Il frutto rosso e l'alcol sono ben bilanciati dalle classiche componenti dure del Sangiovese, tannino e acidità. Un vino fresco, elegante in questa sua veste giovanile, che credo possa dare piacevoli sensazioni varietali terziarie invecchiando. Per ora fatto in acciaio e vetrocemento, è in corso la sperimentazione d'uso della botte. Sangiovese tipico, essenziale.

Il galantuomo (Barbera)
Rubino intenso con unghia violacea. Naso vinoso, ciliegia matura, visciola. Bocca corrispondente, frutto centrale croccante, alleggerito da interessanti incursioni di mineralità e acidità. Leggermente tannico, da tannino delle bucce. Ritorni floreali e chiusura leggermente erbacea.


2 commenti:

  1. Manca "Il Forestiero" (da uve Sagrantino) all'appello...

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  2. Già. ... Ho messo quelli che ho avuto occasione di assaggiare. ;)
    Grazie Ruben

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