lunedì 27 marzo 2017

ECCOPINO' 2017

Questa edizione 2017 di Eccopinò si è svolta presso il castello malaspiniano di Licciana Nardi in Lunigiana.
Fiero baluardo a controllo della via Francigena, ci accoglie tra le sue possenti mura che racchiudono il cortile interno aprendo la vista sul fiume Civiglia tramite le terrazze perimetrali.
I ciotoli di fiume, che perlopiù ne costituiscono la struttura, sottolineano maggiormente il legame con il territorio dell'appennino, oggi raccontato attraverso l'incontro di Massimo Cirri con Francesco Guccini e l'associazione Appennino Toscano - Vignaioli di Pinot Nero.

Dopo una breve introduzione del sindaco di Licciana Nardi inerente allo sviluppo agricolo della zona, l'esordio introduttivo del presidente dell'associazione
vuole proprio sottolineare che il tema della giornata sarà il territorio, la cultura e l'umanità montana di chi ha vissuto e vive l'appennino toscano.
Dopo il primo Eccopinò questi vignaioli, che indipendentemente hanno iniziato ad allevare il Pinot Nero in queste zone e che successivamente si sono riconosciuti
nei loro intenti unendosi in una associazione, sono stati definiti "matti". Quindi chi meglio di Massimo Cirri di radio 2, che è anche psicologo, poteva moderare
l'intervento di Francesco Guccini.
Eh si proprio Francesco Guccini, il "Gigante dell'appennino" ha voluto incontrare questo gruppo di "matti" che hanno avuto il coraggio di allevare Pinot Nero proprio in questa terra.
Chi meglio di lui, modenese ma con radici ben solide ancorate nell'appennino tosco emiliano, poetva connetterci con l'umanità montana di queste zone.

Non pensavo di venire qui a parlare, ma ad assaggiare del buon vino, esordisce.
A cinque anni, continua, ho ricevuto il battesimo laico del vino, come in tutte le famiglie umili del passo Sambuca.
Il vino era un lusso ed il vitigno autoctono della zona era il Morastello che ho sempre visto come un vino misterioso, per berlo bisognava essere in tre. Uno che lo buttava giù e due che lo reggevano.

In realtà, continua Francesco Guccini, non so come la gente mi associ al vino in qualità di esperto bevitore, poichè la possibilità di acquistare vino ed apprezzarlo
l'ho avuta solo agli inizi degli anni 60, quando potevo permettermelo.

L'inseguirsi di aneddoti che caratterizzano il suo intervento, fa riflettere sull'abbandono e la necessità di riscoperta dei queste zone appenniniche.

La giornata prosegue presso il piano terra nella zone di degustazione, dove sono stati allestiti gli stand dove gli stessi produttori versano e spiegano il loro vino e la loro filosofia
di vinificazione.
Parlando con loro si scopre che il motivo dominante per il quale hanno iniziato a produrre pinot nero è la condizione climatica favorevole, con ventilazioni ed escursioni termiche che bene si
addicono a questo vitigno. Poi l'approccio artigianale e naturale alla vinificazione li ha spinti anche ad associarsi.
La degustazione dei vini è stata accompagnata anche con assaggi dei prodotti del territorio appenninico, tra cui i formidabili formaggi dell'azienda Marovelli di San Romano in Garfagnana.


"Il Rio"
Paolo Cerrini
Mugello (FI)

Paolo, vicepresidente della associazione, può essere considerato il precursore del pinot nero in terra appenninica.
Assieme a sua moglie inizia l'avventura di allevare il pinot nero, lo chardonnay ed il sauvignon blanc agli inizi delgli anni '90.
L'approccio e lo stile è quello di produrre un pinot nero il più naturalmente possibile, agendo poi una parziale macerazione carbonica iniziale e terminando
con lo svolgimento della malolattica in legno di almeno secondo passaggio.

In degustazione purtroppo ha solo l'annata 2015, che diversamente dalle altre si è compiuta in cantina con un affinamento di 1 anno in legno, 6 mesi in cemento e 6 mesi in bottiglia.
Abbiamo una apertura con fruttini rossi maturi in evidenza accompagnati da un tannino leggermente verde e astringente ed una discreta acidità, chiudendo con una vena sapida e fruttata.
C'è molta materia, giovane di buona prospettiva.


"Terre di Giotto"
Michele Lorenzetti
Mugello (FI)

L'impianto a 500 metri di altitudine è disposto su un terreno di 0,35ha con un impasto di limo e argille-calcaree con presenza di arenarie e scisti.
La densità è di 40/50 q/ha.
Il pinot nero impiantato proviene da una selezione massale del consorzio di Borgogna.
La conduzione in vigna è da agricoltura biodinamica. Certificato Demeter.
Il mosto contiene dal 50 al 80% dei raspi.
La vinificazione viene eseguita attraverso una fermentazione spontanea in cemento, senza aggiunta di lieviti o enzimi.
Macerazione per 2/3 settimane. Nessuna chiarifica e filtrazione.
Affinamento di 12 mesi in botti di rovere da 225 a 500 litri, di terzo passaggio. 24 mesi di cemento e bottiglia.


Gattaia 2013
Si presenta con un abito porpora più intenso ed una estrazione sia dei colori che del frutto più incisiva ma ben bilanciata sensazioni più verdi e da un legno presente ma non invasivo.
Se vogliamo fare un "irriverente" paragone con la Borgogna, è il vino che strizza più l'occhio alla Cote de Nuit che alla Cote de Beaune.
On the edge, di personalità.  (BEST TASTE)


"Fattoria il lago"
Filippo Spagnoli
Dicomano
Mugello (FI)

Azienda proveniente da un investimento di un edile che l'ha rilevata ed il figlio ha scelto di condurla attraverso una proposta di fattoria a tutto tondo.
Azienda che pur producendo prevalentemente chianti, si è data anche alla produzione di pinot nero.

L'annata 2013, proposta ancora come prova di botte è risultata ancora acerba e non ben equilibrata. La 2012, attualmente in commercio, si presenta pronta e piacevole, la 2010 ha un buon equilibrio tra fruttini, acidità e legno.
La 2008 si presenta più evoluta con sbuffi di frutto e alcol in evidenza.
A questo vino manca un pò di personalità, ma il compitino è ben svolto.


"Castel del Piano"
Licciana Nardi

Sabina ed Andrea, con il coraggio e la passione delle persone vere, hanno ripristinato
e rivalutato un vecchio castello medioevale dei Malaspina risalente al 500, resituendolo all'antico splendore e rendendolo fruibile attraverso la realizzazione di un bel agriturismo.

Preservare le conoscenze storiche, recuperare le varietà autoctone e rispettare l'ecosostenibilità sono i cardini della conduzione dei circa 3 ettari vitati.

Andrea ha sempre avuto un debole per il pinot nero ed ha voluto impiantarlo.
Il terreno, le forti escursioni termiche e la ventilazione hanno permesso che questa scommessa venisse vinta.
La conduzione in vigna è la meno invasiva possibile. Inerbimento, uso limitato dello zolfo. Vendemmia manuale. Si lascia che i lieviti indigeni facciano partire la fermentazione.
La solforosa nei vini non supera i 40mg/l. Il pinot nero affina in barrique francesi di rovere per 12 mesi.

Tutte e tre le annate in degustazione del Melampo propongono un pinot nero con una propria personalità; una fruttino rosso balsamico che lo arricchisce e lo rende unico.
Nella 2013 si esprime al naso, nella 2012 in lunghezza e nella 2010 percorre tutta la beva caratterizzata da note di acidità e sapidità ancora vivide.


"Podere Concori"
Gabriele da prato
Gallicano - Garfagnana (LU)

Questa azienda purtroppo non era rappresentata dal produtore ed ha proposto solo l'annata 2014.

Vino con un abito porpora tenue, espressività giocata in sottrazione con un gioco di lampone e ribes sopraffatto dalla acidità.
durante la beva si svuota restituendo un corta persistenza.

Peccato non aver potuto provare altre annate.

"Macea"
Cipriano Barsanti
Borgo a Mozzano - Garfagnana (LU)

La filosofia aziendale è quella di lasciar fare la maggior parte del lavoro in vigna alla natura (conduzione biodinamica) ed in cantina sorvegliare la trasformazione in vino ( lieviti indigeni, no chiarifiche, no filtrazioni, ... )

La magnum dell'annata 2013 è tutta giocata sulla florealità al naso e su fruttini rossi simili al lampne ed al ribes al palato, avvolta da una decisa acidità. (BEST TASTE)

la 2014 è completamente diversa, colore molto più scarico, naso con sensazioni di fruttini addolciti dal legno, palato vinto dall'alcol.

"Podere la civettaja"
Vincenzo Tommasi
Pratovecchio
Casentino (SI)

L'insediamento del pinot nero è avvenuto nel 2005 su terreni seminativi di recupero montano che si sono mostrati particolarmenti adatti ad accogliere il pinot nero
per caratteristiche del terreno e freschezza della zona.
L'impianto è ad alta densità con bassa produzione per ciascun ceppo.
L'approccio in vigna ed in cantina è quello tipico della viticoltura cosiddetta naturale.

Video Podere la Civettaja



Civettaja 2013
Sono molteplici le sensazioni restituite da questo asaggio.
Si va dai fruttini rossi, lamponi in evidenza, alla cipria, grafite, leggero chiodo di garofano, sensazioni floreali, racchiuse in una leggera astringenza verde a tratti balsamica
accompagnata dalla carezza di un legno ben integrato.

La semplicità che emoziona.
Questo sorso è stato il migliore di questa rassegna e se ha ricordato la borgogna dei village di Pommard, Volnay e della cote de Baune non è per paradosso o esagerazione. (VERY BEST TASTE)

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