mercoledì 4 dicembre 2013

NUOVA TRATTORIA DAC A TRA'

La Nuova Trattoria Dac a Trà, si trova a Castello Brianza (LC). Spesso personaggi dello spettacolo ed in questo caso dello sport, si cimentano in avventure imprenditoriali in ambito enogastronomico. Tassotti e Donadoni, ex calciatori del Milan, non sono stati da meno. Agli albori la popolarità del locale si segnalava per il carattere glamour dato dal richiamo di proprietari importanti e conosciuti. Con l'arrivo del giovane chef Stefano Binda e del suo staff composto da Dario Colombo ed Eleonora Mandelli, da ormai 3 anni, la Nuova Trattoria Dac a Trà si sta imponendo per la qualità dei piatti, attraverso l'utilizzo di un'ottima materia prima e la continua ricerca ed affinamento delle tecniche operato da Stefano; senza dimenticare l'ancoraggio alla tradizione culinaria brianzola. Non a caso recentemente è giunto il meritato conferimento della Stella Michelin. 
Giudizio Il sole nel vino : 14,5/20


 Il locale si colloca nel paese di Castello Brianza con una presenza discreta ed elegante all'ingresso, che contrasta un pò con l'aria leggermente retrò ed un pò barocca della sala, caratterizzata da colonne azzurre decorate in calce a rilievo con temi agresti. 


L'accoglienza da parte della Maitre Alessandra Marchesi, mette a proprio agio e ben si sposa con la filosofia di accoglienza da cui prende il nome il locale. Dac a Trà, che in dialetto brianzolo significa "dagli retta". Da sottolineare che questo locale offre il servizio BYO ovvero "Porta il tuo vino", dando la possibilità ai clienti di poter portare una propria bottiglia importante per condividerla con gli amici. Questo è sicuramente un plus.

La mise en place è di retaggio della cucina povera brianzola, dove spicca il bicchiere colorato per l'acqua. Anche il menu a cartelletta, scritto con i caratteri della macchina da scrivere, conferisce alla tavola un carattere famigliare, semplice ma mai banale.

Per tutta la durata della cena siamo stati ottimamente coccolati dalle cure e dai giusti tempi di servizio del personale di sala, preparato, premuroso, gentile, discreto, mai invadente. Ottimo servizio.

Scegliamo di farci emozionare dal servizio alla mano delle portate scelte dallo Chef Stefano e bagnamo la nostra cena con un Donà Blanc 2006 ed un Rosso di Valtellina dell'azienda Ar.Pe.Pe, scelti da una discreta carta dei vini.

L'idea di cucina che traspare dai piatti dello Chef Stefano Binda parte da una selezione accurata della materia prima, passa attraverso una continua ricerca della migliore tecnica e subisce incursioni della tradizione brianzola. Il risultato finale è un riuscito connubio tra l'alta cucina ed il conforto della tradizione. Attraverso la ricerca della miglior tecnica, con contaminazioni francesi nello stile e spagnole nella tecnica, le creazioni hanno il fascino a tratti di opere incompiute, ma appunto per questo vive, più vicine. Con i suoi piatti lo chef ti coccola, ti dà retta ( Dac a trà), lo senti vicino.




 Il pane. Fatto in casa con pasta a lievitazione naturale. Composto anche da focaccia e carta musica rivisitata al curry.


 Per iniziare. Roll di pollo al formaggio e caprino con le noci. Cono di verdure disidratate.


Storione marinato, tartufo di caviale, verdure disidratate, maionese ai broccoli. Ottimo l'uso delle consistenze e dei profumi. Carciofo 2013. Buona l'idea di utilizzare tutte le parti del carciofo partendo dal gambo fritto alla milanese.

Crudità di tonno al coltello.


Risotto giallo e ravioli morbidi di zucca al tartufo nero. Ottima la tecnica di lavorazione e di cottura a bassa temperatura dei ravioli che risultano morbidi, teneri, saporiti e mai pastosi.


 Ravioli al crescione con ripieno di rana.

 Fileto di fassona in crosta di pane, con crema di topinambur. Tagli di agnello iberico in salsa Goulash. Materia prima di eccellenza e buona cottura delle carni. Ottima la fassona giocata meglio sui profumi, le consistenze tattili e i contrappunti al palato; dalla dolcezza della crema alla sapidità della crosta passando per la morbidezza della carne.

 Noce di Macadamia, mela verde e miele Km 0


Frutta al cucchiaio e coccole finali.

2 commenti:

  1. Sono sorpreso per il voto un po' basso rispetto al giudizio che, al contrario, è positivo: forse per onor di cronaca e per una critica costruttiva dovresti chiarire quali "debolezze" hai riscontrato o come è stato calcolato questo voto. A mio parere l'accuratezza delle preparazioni è decisamente di alto livello anche considerando il numero e la varietà delle portate servite nel menu "alla mano", molte delle quali (non tutte riportate nelle foto purtroppo) erano parte di un menu "personalizzato" (il mio).
    Il tuo vicino di sedia ;-)

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    1. Benvenuto nel blog, Ci-bì. L'intervento mi dà l'occasione per sotolineare la filosofia del blog. Il gusto come relazione. In questo solco si svolge l'avventura enogastronomica descritta nei vari post. In linea con questo principio, che va al di là dei tecnicismi, questo articolo si basa sulle sensazioni ed emozioni che derivano dal contrappunto ed armonia dei sensi; a partire dalla vista, passando per l'olfatto ed il tatto, arrivando al gusto. Siccome è opinione di chi scrive che in questo ristorante, con l'avvento dello chef Stefano Binda, è stata posta al centro la cucina portandola ad un livello superiore, il post è teso a mettere in evidenza i punti di forza e le portate che hanno maggiormente emozionato, tralasciando di approfondire quelle più piatte.Il voto, considerando che la scala non contempla il 20/20, è da considerarsi buono e trampolino verso l'eccellenza. Le portate vegetariane sono sicuramente un plus per l'attenzione al cliente e questo aspetto andava sicuramente evidenziato. Grazie. Non sono state riportate perchè non sono state oggetto della mia degustazione. Spero di aver soddisfatto la tua curiosità e che tu possa scegliere di continuare a seguire le avventure enogastronomiche del blog. Grazie.

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