domenica 10 marzo 2013

8 MARZO 2013 - CIECA CON VINI PRODOTTI DA DONNE

Questa cieca non poteva che essere dedicata al gentil sesso. Quindi ho deciso di proporre come tema al femminile quello di vini prodotti da donne.

Tra tutti ho posto la mia attenzione su questi due:


Nosiola Fontanasanta 2010 - Elisabetta Foradori

Nel bicchiere incede con un colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, leggermente ambrato con una lieve velatura. Al naso non si svela e quindi prima di passare all'assaggio decido di attendere che si scaldi un po'. Le cose pero' non cambiano di molto, e' molto fine, sottile, marmoreo, leggermente vinoso con accenni di timo, ortica, o giu' di li appena sussurrati. In bocca e' un po' piu' leggibile continuando ad esprimersi con una vena che insiste su parametri marmorei e minerali sottolineati da una trama di buona acidita' e sapidita' avvertibile. Beva compulsiva. Sul finale leggermente vinoso. Una versione molto light dei cosiddetti vini Orange (macerati in anfora). Una Nosiola, vinificata seguendo i dettami della biodinamica, che non definirei scarna ma essenziale, marmorea, "ungarettiana", con un bouquet che avrei gradito fosse piu' leggibile. Un vino un po' timido che non ha voluto aprirsi del tutto e quindi da riprovare, oppure asciugato dall'annata ? Urge una vertivale.

Giusto di Notri 2002 - Tua Rita

Si presenta nel bicchiere con un rubino intenso e quasi cupo, con un unghia cortissima e a tratti violacea che ne svela un po' l'eta. Quindi escludiamo la presenza del sangiovese. Il naso mi porta subito al centro Italia ed e' emblematico di un simil taglio bordolese. La trama olfattiva e fitta, intensa, con in evidenza un frutto di frutta rossa matura con prevalenza di prugna e mora. Si avvertono anche componenti di una speziatura fresca in contrappunto ad una evoluzione olfattiva verso tabacco e liquirizia. Qui avrei dovuto avere il coraggio di dire Bolgheri o giu' di li. Al palato ha una notevole texure in linea con le sensazioni olfattive. L'annata che lo smagrisce un po' e i due cabernet fanno da buon contrappunto ad una trama alcolica e ad un corpo fitti. L'elevato tenore alcolico non infasdidisce ed e' ben bilanciato, cosi' come il legno,  per tutto l'arco della beva. Bel vino, secondo me paradossalmente nobilitato dall'annata che per definizione e' rappresentata come non felice.

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